Caro Babbo Natale,
dove eravamo rimasti? Non fare il finto tonto, lo sai benissimo. Ci siamo lasciati 365 giorni fa con un carico di belle speranze: continuare a vincere in Italia, provare a fare qualcosa di importante in terra europea. Un anno fa l’Inter festeggiava il Natale con una morbida vittoria sul Como – non così sorprendente come negli ultimi mesi – rincorrendo in classifica il Napoli e la “solita” Atalanta gasperiniana. Questione di (maledetti) asterischi, ancora una volta. In Champions League il passaggio del turno, a differenza di questa stagione dove tutto è ancora in gioco, una pura formalità.
I presupposti insomma per “fare bene” c’erano tutti. Possiamo capirlo, giocarsi una finale – seppur di Supercoppa, sempre di trofei stiamo parlando – con Mehdi Taremi titolare avrà fatto pure indiavolare gli déi del pallone, ma una doppia rimonta come quella subita a Riyad nel gennaio 2025 noi tifosi dell’Inter proprio non ce la meritavamo.
Un tifoso dell’Inter scrive a Babbo Natale
Passi pure la bulimia da scontro diretto, i punti gettati nei derby o lo Juventus Stadium dal quale ormai non togliamo più un punto… ehm, un ragno dal buco. Per vincere in Italia d’altronde potrebbe bastare essere grande con le piccole, e – per lo meno – non farsi fregare dalle medie della classe. Come Bologna e Lazio, ancora loro. E intanto dalla letterina 2024/25 depennavi anche la Coppa Italia. E pure lo scudetto, in una maniera secondariamente crudele solamente al 5 maggio.
Ma andiamo avanti. Sinceramente non credevamo che un minuto di pura follia, l’unico benedetto minuto in cui in quattro anni di gestione inzaghiana sono saltati tutti gli schemi – Dumfries che becca un cross, il nostro centralone in posizione di centravanti – potesse portare a una punizione divina tanto pesante come la manita del Paris Saint-Germain. Ma insomma il pallone è fatto di gioie e dolori.
La lista dei regali
E allora per quest’anno noi tifosi dell’Inter, caro Babbo Natale, non saremo qui a chiederti cose venali come coppe e trofei. Per una volta ci possiamo accontentare di mettere tra i pali un portiere propriamente detto (anche Josep Martinez, così da far risparmiare qualche soldino al presidente Marotta). Ti chiediamo di smontare quelle maledette braccia al buon Yann Bisseck e di clonare uno tra Manuel Akanji e Francesco Acerbi – a te la scelta. Preserva dalla cattiva sorte Hakan Calhanoglu e con la tua polverina magica spiega a Luis Henrique come si salta l’uomo. Se poi si potesse capitalizzare qualcosina in più rispetto a quanto prodotto sotto porta, sarebbe cosa gradita.
Ah, dimenticavo: nella maglia del prossimo anno ci starebbero proprio bene pure un triangolino tricolore e una coccarda dalla stesse tonalità. Chiediamo troppo? Suvvia, a Natale siamo tutti più buoni…



