Inter, il presidente della Lega Serie A Ezio Maria Simonelli, ha rilasciato una lunga intervista ai cronisti de La Repubblica.
SAN SIRO INADEGUATO – “È doloroso dirlo, ma ormai è uno stadio inadeguato. EURO 2032? Al momento non è attrezzato per ospitare le partite. Lo prova il fatto che è stato bocciato dalla UEFA per ospitare la finale di Champions del 2027. Lo stadio non può essere ristrutturato, non è stato possibile nemmeno quando il proprietario di uno dei due club era alla guida del governo. E poi, come si rivoluziona in sicurezza per lavoratori e pubblico un impianto che ogni tre giorni ospita 70 mila persone?“.
EURO ’32 SENZA SAN SIRO – “Lasciare la città più altospendente d’Italia senza gli Europei sarebbe una figuraccia incalcolabile. Buttare a mare questo processo per questioni ideologiche di bassa lega è un autogol. Sarà un danno per la città, perché se non avranno San Siro, i due club finiranno per fare stadi fuori dal comune di Milano. Ma a essere danneggiato sarebbe tutto il Paese: solo l’indotto temporaneo per la costruzione degli impianti in cantiere vale 6 miliardi“.
I PROBLEMI DEL MEAZZA – “Ce ne sono molti. Tribune, studi tv, ma anche gli spazi che permettono alle società di fare business: l’area hospitality non è integrabile. E per fortuna i nostri tifosi non sono grandi bevitori di birra: ci sono problemi anche per andare a fare la pipì». Una misura approvata dal governo per snellire le procedure sui lavori infrastrutturali sportivi è il commissario: «Lo scorso dicembre ho sentito il ministro Abodi dire che a febbraio 2025 sarebbe stato nominato il commissario per gli stadi, per snellire procedure burocratiche e tarantelle come quella di San Siro e non solo. Quasi otto mesi dopo nonostante un impegno costante non ce ne è traccia. Non capisco quali siano le difficoltà. Come hanno dimostrato il ponte Morandi e Milano-Cortina, un commissario permette di fare in poco tempo opere per cui servirebbero anni“.
NUOVO SAN SIRO – “Tutti abbiamo ricordi, nostalgie. Ma l’unico modo per mantenere la storicità di uno stadio è fare quello nuovo sulla stessa area. Prendete Wembley: è stato abbattuto e ricostruito, ma nessuno dice “sono stato al nuovo Wembley”. È sempre lo stadio del mito. I naming rights? Sarà sempre San Siro. Anche se penso che i naming rights saranno rilevati da un brand italiano molto noto“.
I DUE PROGETTI DI ROMA – “Roma è sulla buona strada, ma trovo surreale si blocchi un iter come quello per un boschetto di piante spontanee“.
GLI ALTRI STADI – “Firenze sarà pronto a breve, poi avremo spero San Siro e Roma. E lo Stadium di Torino che anche se ha già 14 anni è concepito come stadio del futuro. Ma se parte Milano, parte tutto il movimento. Il lavoro della Lega? Ha aiutato le società con dei concept di stadi e sta cercando di avviare un servizio di consulenze per agevolare la burocrazia. Poi, mi piacerebbe possa diventare un centro di acquisti: comprare seggiolini, luci attraverso una centrale della Lega può ridurre significativamente i costi. Ma dobbiamo sbrigarci o rischiamo di perdere altro terreno: non solo con la Premier, ma anche con chi ci è dietro ma sta rapidamente crescendo».