Inter, Pio Esposito. Nel mondo dorato del calcio, dove i numeri dei contratti e i bonus milionari spesso fanno più notizia dei gol, c’è chi rappresenta l’eccezione. Tra i campioni e i fuoriclasse dell’Inter, il cui monte ingaggi è tra i più elevati della Serie A, spicca la figura di un giovane attaccante che, nonostante il suo ruolo cruciale in campo, ha uno stipendio decisamente inferiore rispetto ai suoi compagni di reparto. Questo calciatore incarna la purezza della passione e la voglia di emergere, lontano dalle cifre astronomiche che caratterizzano il suo ambiente.
L’attaccante in questione è Francesco Pio Esposito. Nonostante sia una delle giovani speranze del club nerazzurro, e della nazionale, il suo ingaggio è il più basso tra tutti i giocatori d’attacco della prima squadra. Se si considerano i big come Lautaro Martinez, con i suoi 9 milioni di euro netti a stagione, o Marcus Thuram, che si attesta sui 6 milioni, il contratto di Esposito è un’altra dimensione.
Un lavoro nell’ombra
Mentre i titolari inamovibili della Thu-La si contendono i titoli di capocannoniere e trascinano la squadra con le loro prestazioni e i loro ingaggi da top player, Francesco Pio lavora nell’ombra. Un percorso diverso, fatto di gavetta, duro lavoro, tanta umiltà ed un’innata fame di campo. La sua è una storia di pazienza, consapevolezza ed ambizione. L’obiettivo non è il conto in banca, che certamente crescerà negli anni, ma la maglia da titolare e la fiducia dell’allenatore. Chivu lo allena da quando aveva 13 anni.
Il suo ingaggio, che si attesta intorno a 1 milione di euro netto a stagione, può sembrare una cifra irrisoria, se paragonata a quella dei suoi colleghi più blasonati, ma per un giovane talento è comunque un punto di partenza importante. Questo divario economico non lo ha mai demoralizzato, al contrario, lo ha spinto a dare il massimo in ogni allenamento e in ogni occasione in cui viene chiamato in causa, dimostrando che la passione per il gioco va oltre il mero guadagno.
Inter, Pio Esposito
Il giovane bomber, rappresenta un simbolo di un calcio che non si è ancora perso, fatto di sacrificio e di sogni da realizzare con una sola maglia: “quella nerazzurra“.



