C’era una volta una legge non scritta nell’italico mondo del calcio secondo la quale la condizione basilare per trasformare in realtà i sogni di gloria passava dai risultati contro le compagini di media-bassa classifica. “Lo scudetto si vince contro le piccole” dicevano gli addetti ai lavori. Ecco, qualcosa dev’essere cambiato. Basta guardare i numeri delle ultime due stagioni della Beneamata: perfetta negli scontri diretti nell’anno della seconda stella, clamorosamente bocciata al cospetto delle squadre principali nel 2024/25. Juventus-Inter sarà il primo big match per Cristian Chivu in panchina: una grana in più da risolvere per il tecnico rumeno. Ma andiamo con ordine.
Un confronto impietoso
Prendiamo in esame i confronti con le realtà che hanno lottato fino al maggio scorso (almeno) per un posto in Europa. Napoli, Atalanta, Juventus, Roma, Fiorentina, Lazio, Milan e Bologna – in rigoroso ordine di classifica. Totale dei punti conquistati da Barella e soci? La miseria di 21 mattoncini su 48 disponibili. Il 43,75% per la precisione. Praticamente la metà di quelli raggiunti la stagione precedente (40). Se poi dovessimo togliere dal conteggio la Dea – Gasperini contro le squadre di Inzaghi ha sempre, a dir poco, fatto fatica – il confronto diventerebbe ancora più impietoso.
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Juventus-Inter, partita già carica di significati, si prende quindi carico di un argomento in più. I nerazzurri devono curare questo velenosissimo “mal di big match”. Al più presto: sia per non scivolare a meno sei (o meno cinque in caso di pareggio nel derby d’Italia e vittoria del Napoli) sia per risollevare un morale minato dalle delusioni che tutti conosciamo.
Juventus-Inter: Hakan Calhanoglu e Lautaro Martinez
Sebbene finora Cristian Chivu abbia giustamente cercato di mantenere una certa continuità rispetto al predecessore, la partita dello Stadium potrebbe essere l’occasione perfetta per un paio di scelte impopolari che Simone Inzaghi – va detto – non avrebbe mai preso. Il Demone di Piacenza mai avrebbe rinunciato, se a disposizione, alle geometrie di Hakan Calhanoglu e alle reti di Lautaro Martinez.
Il problema però è che il turco sembra essersi smarrito – malissimo anche con la propria nazionale, bullizzata in casa dalla Spagna. Il capitano invece nel recente passato ha avuto le polveri bagnate contro le grandi squadre italiane. E per l’occasione sarà l’ultimo ad aggreggarsi al gruppo dopo il solito, fastidioso, volo transoceanico. È vero Juventus-Inter potrebbe rappresentare per entrambi la gara giusta per il riscatto. Ma allo stesso tempo dar fiducia a un paio di elementi arrivati nel mercato estivo (Sucic e/o Diouf, Bonny o FPE) potrebbe pagare molti dividendi in fatto di fresche motivazioni. Nelle scelte di Cristian Chivu la risposta di questa interessante chiave di lettura.
 
									 
					


