Ventotto partite senza mai perdere in casa. Poi arrivò Diego Milito. Inaugurato ufficialmente l’11 settembre 2011 in occasione della gara tra Juventus e Parma, lo Stadium di Torino non ha conosciuto sconfitta fino al 3 novembre 2012. Campionato, Coppa Italia, Champions League: i bianconeri di Antonio Conte tra le mura amiche parevano imbattili. Ogni Juventus-Inter porta con sé qualcosa di particolare – il più famoso di tutti, ahinoi, rimane la partita dell’aprile 1998 – ma per l’occasione i nerazzurri furono la prima squadra in assoluto a vincere nell’impianto sorto fisicamente sulle ceneri del Delle Alpi.
La stagione di Strama
Un raggio di sole in una delle peggiori stagioni della Beneamata, questo va detto. Salito in sella decisamente a sorpresa nel marzo precedente – sostituendo Claudio Ranieri, esonerato da Massimo Moratti proprio dopo un altro Juventus-Inter – Andrea Stramaccioni, in seguito ad un avvio incerto, non riuscì mai a mettere insieme i cocci di una rosa tecnicamente povera e segnata da importanti problematiche ambientali.
Un misero nono posto, fuori da ogni piazzamento contintentale. In quel sabato sera di metà autunno, però, Javier Zanetti e soci arrivano nel capoluogo piemontese come seconda della classe – il tracollo arriverà in primavera. Quattro lunghezze dietro la Vecchia Signora capolista.
Juventus-Inter 1-3: i nerazzurri ballano il tango
Pronti via e Madama passa. Kwadwo Asamoah (in netto fuori gioco) s’invola sulla sinistra e trova sul secondo palo Arturo Vidal: il cileno con un semplice appoggio sigla il vantaggio bianconero – piccola curiosità: entrambi, pur non incontrandosi, giocheranno anche nell’Inter di Conte.
Samir Handanovic ferma Claudio Marchisio e dice ancora no allo stesso Vidal, nel mezzo dall’altra parte Antonio Cassano – schierato nel tridente con El Principe e Rodrigo Palacio – fa tremare Gianluigi Buffon con un bel destro a giro. Nella ripresa ci provano anche Yuto Nagatomo e proprio il Trenza. All’ora di gioca l’episodio che cambia l’inerzia: netta trattenuta su un Milito intento a calciare a rete e massima punizione concessa ai nerazzurri.
Il numero ventidue pareggia la disputa per trasformare in oro – a un quarto d’ora dal termine – una respinta del numero uno juventino, chiamato ancora in causa dalla bordata di Fredy Guarin (nel frattempo subentrato a Fantantonio). Sarà poi Palacio, allo scadere, di rapina, a chiudere i conti. E a decretare la prima sconfitta della Juventus allo Stadium.