L’ex allenatore – e ora opinionista – Fabio Capello si è espresso sul momento dell’Inter e sul battibecco Lautaro-Calhanoglu. Dalle colonne della Gazzetta dello Sport, Capello ha scritto del finale di stagione dell’Inter e sulle innovazioni di Cristian Chivu durante il Mondiale per club.
ARRIVARE SECONDI NON E’ UN FALLIMENTO? – “Anche io ho giocato finali senza riuscire ad alzare la coppa, nel calcio capita ed è giusto così, ti aiuta a formarti. Ma alla fine ciò che conta è sempre la bacheca, e quella dell’Inter quest’anno è rimasta vuota. Marotta muove i conti, e sono sempre ottimi, così come gran parte delle prestazioni, ma ho l’impressione che la squadra si sia un po’ sopravvalutata. Parlo del campionato, non della Champions League. Lì c’è poco da dire: al netto della finale persa 5-0, le partite contro il Bayern Monaco e il Barcellona sono state straordinarie e uniche. Resteranno impresse nella storia. Ma in Serie A non s’è vista quella rabbia agonistica e continua mostrata più volte in Europa“.
I PUNTI PERSI? – “Vedi Parma, Lazio e tante altre. Più volte, nella stessa partita, abbiamo visto due Inter molto differenti. Un grande dominio nella prima fase e poi grandi disattenzioni nella seconda. Questo ha portato i nerazzurri a lasciare sul cammino diversi punti o a rischiare grosso in gare già chiuse, come ad esempio quella contro l’Udinese in casa dove ha rischiato parecchio. Serviva sicuramente più attenzione a livello di continuità“.
LA STANCHEZZA HA INFLUITO? – “Al Mondiale credo che sia stata determinante. Il Fluminense ha avuto maggiore freschezza, agilità, anche fortuna, perché l’Inter ha colpito due legni e ha creato moltissimo. I giocatori erano stanchi di gambe e di testa. Non è un alibi, ma un fatto. In fondo, le 63 partite dell’anno pesano. Volevano passare il turno a tutti i costi, ma erano palesemente stanchi“.
LEGGI ANCHE – Inter, Di Canio sul caso Calhanoglu: “Situazione irrecuperabile”
COSA MI E’ PIACIUTO DELL’INTER DI CHIVU? – “Ho visto alcuni giocatori impegnarsi alla grande, come Barella o Lautaro, ma anche un cambio di mentalità. Qualcosa di diverso. Mi riferisco ai giovani come Pio Esposito o Carboni, ma anche a Sucic. Il più interessante dei nuovi. Anche se queste partite non fanno molto testo: il caldo umido ha influito parecchio ed è stato decisivo. I brasiliani, ad esempio, erano più abituati. Le condizioni atmosferiche hanno alimentato la stanchezza. Pio Esposito? L’ho detto e lo ribadisco ancora: è giovane, forte e italiano. L’Inter fa bene a tenerlo“.
CASO LAUTARO-CALHANOGLU – “Queste dinamiche dovrebbero essere risolte negli spogliatoi. Lautaro ha parlato da capitano, com’è giusto che sia, ma quando metti nel mirino un compagno che non è presente in quel momento, allora secondo me non va bene. I problemi vanno sempre risolti faccia a faccia. È l’unica soluzione. Calhanoglu è il Rodri dell’Inter. Un faro, un giocatore indispensabile per il gioco nerazzurro. Fa parte di quei perni con cui far girare la squadra. È logico che non sarà facile, in caso, sostituire uno come lui“.
EDERSON DELL’ATALANTA COME SOSTITUTO – “Nessuno mette in dubbio le sue qualità, ma riparliamone quando sarà una cosa concreta“.



