Gianni Agnelli aveva paragonato Roberto Baggio a un coniglio bagnato e oggi Mehdi Taremi sembra vivere un momento simile…
Cinque partite (due trasferte) per il Napoli contro otto (quattro trasferte, una in Olanda) per l’Inter. Due squadre stanche, con alle spalle una affamata, l’Atalanta, come il Napoli senza impegni di coppe. È questo il calendario fino a metà marzo, le mitiche Idi di Marzo, quelle in cui Caio Giulio Cesare nel 44 a.C, venne assassinato da Bruto e da altri congiurati.
La sensazione è che, per quel periodo, nessuna squadra avrà invece assassinato il campionato. Sarà un testa a testa (a tre teste) fino alla fine, sperando che non si aggiunga la Juventus. L’Inter si gode l’attuale (non granitico) primato in classifica, conquistato da accomodata sul divano e costruito sulla dote di uno striminzito e faticoso gol segnato da Lautaro Martinez al Genoa a San Siro.
Da quel divano, però, la squadra dovrà ora alzarsi e correre, correre dritto fino al 16 marzo compreso, il giorno del match a Bergamo contro la Dea. Dopodiché, sarà tutto più chiaro. L’alternativa è salutare le speranze da scudetto.
Per essere ottimisti nell’immediato futuro, serve essere realisti e un poco pessimisti oggi. Contro il Genoa si è visto un Capitan Lautaro ferocemente determinato a portare a casa i tre punti (l’unico della truppa, peraltro), una squadra incapace di tirare nello specchio della porta per tutto il primo tempo. Un centrocampo sfinito, soprattutto nella persona di Mkhitaryan (che auspicabilmente – ma Inzaghi non ci darà retta – andrebbe tenuto fuori dalla gara di Napoli di sabato 1 marzo: la sfida delle sfide) e in quella di Dimarco (un altro che andrebbe fatto rifiatare dalla panchina nella prossima, cruciale partita).
Inter, Mehdi Taremi e quel paragone di Gianni Agnelli su Roberto Baggio e il coniglio bagnato…
Inter, per dirla alla Gianni Agnelli Mehdi Taremi? è un coniglio bagnato…
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Con Josep Martinez la ripartenza dalle retrovie cambia, lo si è visto a San Siro: i difensori si fidano meno a effettuare retropassaggi perché il vice-Sommer non ha la stessa confidenza con la visione d’insieme. Infine, restano le incognite dell’attacco: alle spalle di Lautaro si avvista Thuram (si spera in completo recupero fisico) e poi il nulla.
Taremi è, per ricorrere a una storica, episodica definizione di Agnelli nei confronti di Baggio (che era Baggio!), un “coniglio bagnato”: l’iraniano si muove in area come un paziente sul lettino dello psicanalista. E da quel lettino, quasi certo, si alzerà solo per salutare la banda e andare altrove nella prossima stagione. Delle altre due punte, che dire? O sono sofferenti loro fisicamente, o fanno soffrire psicologicamente noi spettatori allo stadio. Ultima fitta al cuore: l’onere/onore di avere tante partite ancora da reggere sulle spalle, con inevitabile dispendio di energie nervose. Perché l’Inter è ancora impegnata su tutti i fronti.
Le buone notizie? In queste ultime poche righe. L’Inter è più abituata a reggere le pressioni d’alta quota rispetto a Napoli e Atalanta. Ha una rosa sì più anziana, ma anche più esperta. Insomma, si deve confidare nella testa e nei polmoni dei giocatori dell’Inter. Se i ragazzi saranno Inter, qualcosa fiorirà.



