SL’Inter di Simone Inzaghi non ha due squadre equivalenti ma ora, dopo qualche sconfitta di troppo, bisogna chiedersi se…
I campioni d’Italia non riescono più a vincere contro una big. Intendiamo quelle di un certo lustro, non si offenderanno né gli amici laziali, né quelli atalantini autori di un bellissimo campionato.
Si ride piano, perché sia con gli uni che con gli altri le vittorie sono state roboanti. Ma veniamo sulla bomba che sta esplodendo nella testa dei nerazzurri che contro Juventus, Milan e Napoli sono riusciti a racimolare la miseria di 3 punti su 15.
Una blasfemia, senza considerare la finale di Supercoppa italiana persa contro i rossoneri. Il match contro la squadra di Thiago Motta è l’ennesima prestazione con tante ombre e poche luci, in virtù di un predominio nel primo tempo con occasioni clamorosamente gettate al vento da Lautaro Martínez e Dumfries che ha colpito anche un palo e da una ripresa abulica, senza mordente, letteralmente in balia dell’avversario.
La cosa buffa è che i padroni di casa avevano giocato cinque giorni prima e dovranno replicare fra tre giorni per salvare le penne in Champions League. Sulla carta i bianconeri avevano più alibi e invece da vittime sacrificali sono diventati carnefici di una squadra in preda a crisi d’identità e a considerazioni varie.
Una su tutte: l’organico. Per mesi si è sentita la litania che la rosa di Simone Inzaghi fosse la più forte, addirittura provvista di due squadre ambivalenti, che ogni ruolo fosse coperto e quindi non ci fosse alcun punto debole qualora qualcuno dei presunti titolari si infortunasse.
Mai silenzio sarebbe stato più opportuno. I peana di queste filosofiche conclusioni non sanno che la funzione algebrica non è esatta per tutti, soprattutto sull’evoluzione. E’ chiara, infatti, l’involuzione di Kristjan Asllani, fa specie il passo indietro di Davide Frattesi nella tavola rotonda dei primi rincalzi, della delusione Mehdi Taremi, dell’opacità di Piotr Zieliński, mai determinante, l’equivoco tattico Carlos Augusto, una volta braccetto di sinistra, l’altra sostituto di Federico Dimarco, inarrivabile per certi aspetti.
Negli ultimi dodici mesi l’unico acquisto azzeccato sembra essere Nicola Zalewski, anche se è presto per cantar vittoria. Non è sbagliato allora parlare di acquisti errati, o sopravvalutati.
Inter, bisogna farsi qualche domanda su Simone Inzaghi ma la stagione si può ancora salvare, forse…
Inter, Simone Inzaghi non ha due squadre ma qualche domanda su di lui ora bisogna farsela…
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La cosa che di fatto fa galleggiare ancora bene l’Inter è che non è fuori in alcun gioco.
In Champions si è addirittura qualificata tra le prime otto, in Coppa Italia è sempre dentro e persino in campionato è nettamente in corsa. Poi da qui ad arrivare in fondo a tutto è da dimostrare e, soprattutto, da fare, ma è così.
Non si capiscono alcune cose, però. L’undici è quello dell’anno scorso, la rosa apparentemente, checché se ne dica, si è rinforzata e, a differenza delle squadre più blasonate, ha lo stesso allenatore e ha un gioco consolidato.
Eppure tutto questo sembra essere svanito nel nulla. La condizione fisica non sembra eccelsa eppure è stata l’unica (a parte il Napoli) a non aver giocato in Europa e risparmiare energie importanti. Sarebbe gravissimo se si sentissero superiori agli altri, una forma mentis pericolosa, arroganza e presunzione talmente gravi da guadagnare il patibolo in un amen.
Scevri da qualsiasi pensiero deforme, allora è giusto farsi qualche domanda su Inzaghi. Allenatore da grandi idee che però nei momenti più caldi del match non sembra avere energia della stagione scorsa.
Impressioni del momento, ma certi passaggi a vuoto fanno riflettere. Il 3-0 subito contro la Fiorentina, la sconfitta iniziale nel derby, lo scempio della ripresa dello Stadium.
Nelle difficoltà l’Inter non riesce più a reagire. La stagione si fa calda, nulla è compromesso e tutto è ancora in bilico. L’anno scorso di questi tempi, l’Inter stava per essere eliminata dalla Champions dall’Atletico Madrid (20 febbraio 2024) ed era già fuori dalla Coppa Italia. La volata scudetto era già partita ed è stata fantastica.
Oggi bisogna sudare un po’ di più, ma tutto è ancora possibile. Forse…



