L’avvocato Mattia Grassani ha fatto un appello non solo a Inter e Milan, ma a tutto il calcio italiano: cambiare i rapporti con le curve
La vicenda che sta coinvolgendo le curve di Inter e Milan non ha certo lasciato indifferente il mondo del calcio. La maxi-indagine dei pm di Milano su Curva Nord e Curva Sud ha messo alla luce un sistema malato in cui le società – l’Inter soprattutto in questo caso – sono state oggetto di pressioni da parte del tifo organizzato.
L’avvocato Mattia Grassani, sul Corriere dello Sport, ha realizzato un lungo commento alla vicenda. Un commento di appello, diversi “mai più” ripetuti per evidenziare come ci sia il bisogno di estirpare il male alla radice:
Mai più richieste, poi esaudite, di migliaia di biglietti per gare importanti quando il tifoso comune fa fatica ad acquistare un solo tagliando. Mai più incontri tra top player o dirigenti societari e capi delle curve per discutere delle posizioni contrattuali di atleti e tecnici e dei loro possibili trasferimenti. Mai più rapporti di lavoro in favore di esponenti di famiglie “a rischio”. Mai più soffiate a favore di ultras circa indagini dell’Autorità giudiziaria nei confronti di queste frange. Mai più affi damenti illegali per gestire parcheggi o vendere birre. Mai più incontr riservati nei bar, cene inopportune.
Inter, Grassani: danno di immagine
Inter, Mattia Grassani: mai più rapporti tossici con le Curve. Serve una reazione
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C’è un danno di immagine importante, non solo per Inter e Milan, ma per tutto il calcio italiano. E l’erroe da non fare è pensare che questa cosa coinvolga solo le due società milanesi. I due mondi devono rimanere “impermeabili” scrive Grassani:
Oggi si parla di Milan e Inter, ma nelle categorie inferiori pensiamo che nulla di tutto questo stia accadendo? In piazze dove la criminalità organizzata controlla imprese, porti, aeroporti, uffici pubblici e appalti, vogliamo credere che il pallone costituisca un’oasi felice e non ci siano ricatti, soprusi, prevaricazioni, commistioni e paura? Difficile da sostenere. I due mondi sono e devono rimanere tra loro impermeabili. I Club, con i calciatori, i dirigenti e lo staff , da una parte, la tifoseria, organizzata e individuale, dall’altra.
Ora toccherà alle Procure e all’Antimafia indagare e capire chi e in che misura sono i colpevoli di un sistema che rischia di allontanare sempre di più il tifo sano dal mondo del calcio. In Italia si deve cambiare registro. Nessuno deve più girare la testa per evitare che, al termine dell’indagine, tutto torni come prima:
Non è certo questa la sede per stabilire chi sia l’assassino e chi la vittima, chi l’imputato e chi la persona offesa, ma nessuno si deve offendere se si parla di piaga, di malaff are e di complicità, manager, dirigenti, presidenti e addetti ai lavori in testa, nessuno si chiami fuori, nessuno giri la testa dall’altra parte. Il calcio italiano è chiamato ad un’altra prova fondamentale in nome della pulizia, della tutela dei valori, veri, dello sport, e dei tifosi virtuosi, specie i giovani