Lo scudetto dell’Inter ha fatto male. Brucia tanto a un Milan che sapeva vincere tanto ma anche perdere con stile. Ora quello non c’è più…
C’era una volta il Milan. Quello che sapeva vincere e perdere. Col sorriso, con ironia, con garbo. Una carezza alla retorica, forse, ma era proprio così. Poi, però, viene in mente Marsiglia. È il 20 marzo 1991, quando al Vélodrome si spengono le luci. E il Milan abbandona la partita.
Oppure quel rigore segnato all’Atalanta da Franco Baresi del 24 gennaio 1994: l’orobico Glenn Stromberg calcia fuori la palla perché vede a terra il rossonero Stefano Borgonovo, Frank Rijkaard che non la restituisce dalla rimessa, Daniele Massaro che crossa pure in mezzo e il fallo in area di Costanzio Barcella allo stesso centravanti e alle semifinali di Coppa Italia col Napoli ci va il Milan anziché l’Atalanta. Altro calcio, altri costumi, oggi impossibili da replicare.
L’ultimo derby, che ha consegnato la seconda stella all’Inter, è stato anch’esso una distorsione alla sportività. Pochi applausi al vincitore, qualche stretta di mano, l’altoparlante era un rombo di tuono, alzato a palla per coprire il tripudio degli avversari.
Musica techno a volume così alto da far tremare tutto San Siro. Espediente per ‘rovinare’ la festa scudetto, senza riuscirci, perché alla fine l’undici nerazzurro è riuscito a esultare ugualmente. Pelo d’etichetta, direbbe qualcuno.
Non lamentiamo lesa maestà, ma le domande restano. Poi pensi a quello che è successo in campo. Al 94’ sul fischio dell’arbitro scoppia un improvviso parapiglia. Capannello di giocatori, si cerca di dividere Theo Hernandez e Denzel Dumfries che si stritolano a vicenda.
Scudetto Inter, mancano le congratulazioni del Milan…
Scudetto Inter, c’era una volta il Milan che sapeva anche perdere…
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Vecchie ruggini che tradiscono i due, con Theo che sembra cercare Denzel, il quale si gira già sapendo chi fosse stato e come reagire. Tre minuti più tardi Davide Calabria, su azione da calcio d’angolo a tinte rossonere, sferra un pugno a Davide Frattesi, colpevole di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Momenti di tensione in un derby in cui si consegna uno scudetto all’acerrima rivale. L’adrenalina fa parte del momento, nessuna morale. Il pelo d’etichetta, però, si nota eccome. Dopo la conquista del titolo, tra i messaggi di congratulazioni arrivati alla squadra di Simone Inzaghi da parte delle avversarie di Serie A non c’è quello del Milan.
Un comportamento diverso rispetto a quello dei nerazzurri che due anni fa, quando furono proprio i rossoneri a vincere lo scudetto, si congratularono immediatamente coi cugini con questo messaggio: “Complimenti AC Milan.
Quest’anno è stata una bellissima sfida. Ci vediamo l’anno prossimo”. Un gesto incomprensibile quello degli avversari, che comunque non cancella la gioia della seconda stella. Voltiamo pagina.