Verso Inter-Milan la Gazzetta dello Sport ha fatto tre domande a Beppe Bergomi: non pensiamo a Riad, bisogna resettare tutto…
Arriva il derby di Milano. Tra tensioni e speranze. Tra attese e paure. C’è tutto. Come sempre. È il derby. È ancora Inter contro Milan. Non vale lo scudetto ma sicuramente il secondo posto, un posticino quasi sicuro nell’affollata corsa alla prossima Champions League.
Tra le bandiere nerazzurre. Tra le bandiere dell’Inter che continuano a sventolare c’è quella di Beppe Bergomi. E a uno come lui si può certamente chiedere come si gestisce la pressione di un derby?
È la gara più importante dell’anno, c’è poco da fare. Per me lo è ancora oggi. Pensi che non riesco a vederla da seduto quando sto a casa. Mia figlia l’ultima volta mi ha detto: “ma perché non ti siedi?”. Ma niente, faccio avanti e indietro, impossibile provare a rilassarsi. Da giocatore invece era tutta un’altra cosa: io non badavo allo stadio pieno, restavo concentrato su quello che dovevo fare e il pubblico diventava un brusio lontano…
La Gazzetta dello Sport lo riconosce come uno dei capitani di tante battaglie. Un capitano sicuro, pure nelle giovanili. Lui il derby lo viveva al massimo della concentrazione.
Io mi giocai il primo titolo nei Giovanissimi proprio in un derby, vinto ai supplementari. Negli anni ho sfidato Evani, Incocciati, Battistini, Andrea Icardi. Ragazzi che poi ho ritrovato nei derby in A. La rivalità è stata sempre sana, cominciava e finiva tutto in campo, con grande rispetto. Una volta provai a battere una punizione veloce, Maldini mi pestò la mano, poi mi fece l’occhiolino: finita lì
Inter-Milan, il derby vissuto da uno dei capitani di sempre: Beppe Bergomi
Verso Inter-Milan, Bergomi: non pensiamo a Riad, resettare tutto…
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L’Inter è avvantaggiata per aver stravinto in Supercoppa? La risposta è sempre la stessa. Insomma sarebbe imperdonabile pensarla così. Imperdonabile credere che si possa giocare la stessa partita. Oggi il Milan è in crisi. Oggi il Milan non può permettersi di giocare a viso aperto la sua partita con l’Inter…
Bisogna resettare tutto. Il derby si vince nel momento esatto in cui non accetti l’idea di perderlo. Non conta il momento, ma la voglia, la motivazione