L’ad dell’Inter Alessandro Antonello è tornato a parlare della questione che riguarda il nuovo San Siro, confermando la disponibilità a costruire il nuovo stadio nella stessa zona. A meno che…
A margine di una presentazione di un libro, l’ad dell’Inter Alessandro Antonello ha parlato di alcuni temi caldi nella sede di Viale della Liberazione, tra cui quello che riguarda la costruzione del nuovo stadio per i nerazzurri.
Le problematiche ormai sono note a tutti, ma nonostante ciò, le parti non riescono ancora a trovare la quadra per dare il via ai lavori, e dare quindi la possibilità ad Inter e Milan di godere di un impianto funzionale, al passo con i tempi, e soprattutto che permetta alle società di aunemtare i ricavi.
Stadio Inter, Antonello: stiamo valutando zone alternative
Stadio Inter, Antonello: noi sempre stati coerenti, se non sarà San Siro
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Nel suo discorso infatti, Antonello ha sottolineato come resti la disponibilità della società a lavorare su un progetto come quello del nuovo San Siro, che permetterebbe inoltre di mantenere il contatto con la storia del club. Dall’altro lato però c’è sempre il vincolo storico sul secondo anello, che partirà dal 2025 e rischia di essere un grosso problema per tutto il progetto.
L’Inter sta comunque valutando delle zone alternative, che verrebbero prese seriamente in considerazione nel momento in cui sarà ufficialmente naufragato il progetto del nuovo San Siro. Ecco le parole di Alessandro Antonello.
Siamo sempre stati coerenti, abbiamo sempre creduto che un nuovo impianto fosse la scelta corretta. Crediamo che la valenza di essere a San Siro è anche il legame storico dell’area, quindi poter dotare il club di un impianto moderno può dare ai tifosi un’esperienza in cui i tifosi possono godere di uno spettacolo non solo nei 90 minuti, ma anche prima e dopo e che si possa vivere 7 giorni su 7. E’ chiaro che i vincoli ci sono, l’amministrazione ha fatto tutti i passaggi e dopo quattro anni siamo ancora a chiederci se è possibile avere l’ok per un impianto: siamo ancora soggetti della verifica del vincolo sul secondo anello, dovrebbe scattare nel 2025. Anche in questo dimostriamo dove il nostro genio italico riesce a portarci (ride, ndr). Noi ogni anno perdiamo 50/60 milioni per club: sono risorse che servirebbero per rinforzare la squadra e competere a livello europeo. Noi crediamo che San Siro sia il luogo adatto: nel momento in cui costruiremo un nuovo impianto che abbia le stesse caratteristiche emozionali di San Siro ma che sia moderno, credo che i tifosi sono intelligenti e credo possano immaginarsi che il nuovo stadio sia altrettanto bello ed entusiasmante. Ci siamo sorpresi anche noi, c’era tanto entusiasmo ad inizio percorso: in quattro anni in una città come Milano non abbiamo ancora una risposta ancora oggi. La capienza? Venivamo da anni in cui la media era più bassa, abbiamo già alzato a 70mila persone nella rivisitazione del progetto esecutivo: riteniamo sia la soglia corretta. Possiamo pensare di avere uno stadio anche da 100mila persone, però dobbiamo essere in grado di avere una percentuale di occupazione costante: 70mila è la dimensione corretta per Milano. E’ vero che post-pandemia abbiamo avuto numeri importanti perché da 7 anni l’Inter è prima per partecipazione superando i 72mila posti. Dire che non abbiamo fatto impresa mi trova in disaccordo totale: io lavoro personalmente da quattro anni sul progetto. Se un imprenditore e una proprietà lavorano per fare impresa ma non viene data l’opportunità di farlo, si può dire tutto: noi la volontà di fare impresa ce l’abbiamo. Se non possiamo farlo a Milano, lo faremo da un’altra parte



