La storia di Sandro Mazzola è una pietra miliare del calcio italiano. Figlio del mitico Valentino Mazzola, capitano del grande Torino, tragicamente scomparso nel disastro aereo di Superga nel 1949, Sandro ha portato sin da subito sulle proprie spalle un peso incredibile da sostenere.
Invece di esserne schiacciato,, ha usato questo fardello come carburante, costruendo la sua indimenticabile eredità con i nerazzurri.
Mazzola non era un semplice calciatore, ma era il simbolo della Grande Inter degli anni 60, una formazione che dominò in Italia ed in Europa. Sotto la guida del mago ” Helenio Herrera“, egli fu il cuore pulsante di quella squadra. Un uomo dai talenti immensi.
Stile di gioco, vittorie e rivalità con Rivera
Il suo stile di gioco era elettrizzante, caratterizzato da accelerazioni esplosive e da un’incredibile facilità nel trovare la rete. I tifosi lo ricordano per le sue celebri galoppate, che emozionavano i tifosi ogni volta che toccava il pallone.
La sua carriera è costellata da momenti iconici, dai 2 gol al debutto contro la Juventus a soli 18 anni, ai 4 scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali, tutte vinte con la maglia interista.
Fu un perno della nazionale italiana, vincendo il Campionato Europeo del 1968 e partecipando alla partita del secolo “Italia-Germania 4-3” nei Mondiali di Messico 70, ovvero l’ultima Coppa a denominazione “Rimet“.
Sandro Mazzola fuori dal campo
Fuori dal campo, è sempre stato una figura rispettata, un vero gentiluomo d’altri tempi. La sua storica rivalità con Gianni Rivera del Milan, è diventata un racconto classico del calcio italiano, come quello nella Boxe tra Mazzinghi e Benvenuti e nel ciclismo tra Coppi e Bartali.
Il loro duello era tra 2 stili opposti, che affascinò l’intero popolo italiano. Infine, la carriera di Sandro Mazzola, interamente trascorsa con i nerazzurri, dal 1960 al 1977, ha cementato il suo status di bandiera della società. Ancora oggi, il suo nome evoca nostalgia ed orgoglio d’appartenenza.



