San Siro, Inter e Milan verso la separazione sullo stadio nuovo? Le ultime sulla questione che divide la città.
Il nuovo stadio a Milano continua a tenere banco fra la tifoseria delle due squadre. Tra diversi tira e molla, il nuovo impianto rischia di rimanere solo un sogno nel cassetto. Dopo l’approvazione del progetto di Populous soprannominato La Cattedrale nel 2019, diversi fattori continuano ad essere un ostacolo come il comitato contrario all’abbattimento di San Siro.
Eì in questo contesto di profonda incertezza che i due club (i rossoneri in particolare) si stanno guardando attorno e valutano di costruirsi un proprio impianto senza condividerlo con l’Inter. Sesto San Giovanni, San Donato e ultimamente le aree dell’ex ippodromo Snai (a circa 1,5km dal Meazza) restano le alternative principali. L’Inter al contrario non ha nessuna fretta, anzi: prima c’è da risolvere la questione societaria.
San Siro, chi fa da sé fa per tre: a Inter e Milan il proprio stadio
Il Milan sembra avere fretta sulla costruzione del nuovo stadio, mentre l’Inter non ha fretta e aspetta di avere San Siro tutto per sé.
LEGGI ANCHE Cessione Inter, il futuro è statunitense? Zhang tratta con fondi USA
A riguardo Il Corriere della Sera riporta un aggiornamento interessante circa la vicenda del nuovo stadio di Inter e Milan. Il quotidiano milanese, infatti, afferma che i due club sono ormai sempre più orientati verso la separazione. Si legge tra le righe:
Il termometro registra un raffreddamento sia del piano così come concepito fin qui (abbattimento del Meazza, costruzione del nuovo impianto «la Cattedrale» nell’area a fianco dentro un progetto di riqualificazione con uffici e aree verdi), sia soprattutto dell’idea che i due club continuino assieme.
I rossoneri, come affermato prima, hanno più fretta verso questo progetto che permetterebbe entrate di liquidità importanti. Per quanto riguarda l’Inter, prima ci sono da risolvere le questioni societarie, ma nel frattempo scrive sempre CorSera:
Se e quando ci sarà, deciderà la nuova proprietà, altrimenti potrebbe intanto restare a San Siro, magari restaurandolo (e magari rinegoziando le condizioni col Comune).