La vittoria dell’Inter per 1-0 contro la Roma, maturata grazie al gol di Bonny, è stata una partita vinta non solo dalla tattica, ma anche dalla una straordinaria performance atletica che ha sorpreso
. Le statistiche, infatti, sui chilometri percorsi dai giocatori nerazzurri confermano che l’impronta fisica e l’intensità volute da mister Cristian Chivu sono state le chiavi per avere la meglio in un campo tradizionalmente ostico.
Il dato aggregato sull’intera squadra ha superato la media stagionale, con l’Inter che ha toccato circa 112,5 chilometri percorsi, a fronte dei circa 108 km registrati dai giallorossi. Questa differenza, seppur non abissale, è indicativa del maggiore dinamismo e della costanza nella pressione esercitata dai nerazzurri.
Il vero cuore pulsante della squadra si è confermato il centrocampo. Nicolò Barella ha guidato la classifica individuale, superando abbondantemente i 12 chilometri (circa 12,3 km), con la sua solita corsa continua e a tutta fascia, cruciale sia in fase di rottura che di inserimento. Non è da meno Hakan Çalhanoğlu, il regista turco, che ha mantenuto un ritmo elevato fino alla sua sostituzione, attestandosi appena sotto i 12 km (circa 11,8 km) in un’ora di gioco.
Inter, il sorprendente Mkhitaryan
A stupire, ancora una volta, è stato Henrikh Mkhitaryan. A 36 anni, l’armeno ha chiuso la gara come uno dei migliori per distanza coperta tra i centrocampisti, superando i 10,8 chilometri. La sua corsa, caratterizzata da un’altissima efficienza, è stata fondamentale per creare superiorità numerica, ripiegare e assorbire gli attacchi romanisti.
Importante anche il contributo dei quinti: Federico Dimarco sulla corsia mancina ha coperto circa 10,5 km, garantendo la spinta necessaria in attacco e la copertura difensiva. Questi numeri non sono solo una mera lista di dati; rappresentano la mentalità che Chivu sta infondendo, in cui ogni giocatore, dal regista difensivo Acerbi (uno dei più attivi tra i difensori) fino alle mezzali, è chiamato a un sacrificio costante.
L’Inter ha saputo correre non solo tanto, ma soprattutto bene. L’alta intensità e la capacità di mantenere i reparti compatti per tutta la durata del match hanno limitato gli spazi degli avversari e permesso di gestire il vantaggio con sicurezza. La vittoria di ieri non è stata solo tecnica, ma una chiara affermazione del superiore stato di forma atletica e della determinazione.



