Inter, il Mago Helenio Herrera: l’allenatore più vincente della storia nerazzurraMario Corso, per tutti Mariolino, è stato il genio anticonformista e l’anima tecnica della leggendaria “Grande Inter” degli anni Sessanta, un’epoca che ha ridefinito il calcio italiano ed europeo. Nato a Verona il 25 agosto 1941, Corso si è spento il 20 giugno 2020, ma la sua eredità calcistica rimane eterna.
Ala sinistra atipica, il suo stile di gioco era pura poesia, un concentrato di estro e indolenza che lo rendeva imprevedibile. Il suo biglietto da visita era un sinistro fatato, così preciso e letale da meritargli il soprannome di “Piede Sinistro di Dio” (coniato dal C.T. di Israele dopo una sua memorabile doppietta in Nazionale nel 1961).
la punizione a foglia morta
L’invenzione che lo ha reso celebre in tutto il mondo è la punizione “a foglia morta”, un tiro che, calciato con l’interno del piede, si alzava dolcemente per poi cadere all’improvviso alle spalle del portiere, con traiettorie e effetti imparabili. Nonostante la sua scarsa propensione a macinare chilometri, tanto che il giornalista Gianni Brera lo definì ironicamente il “participio passato del verbo correre”, la sua classe era imprescindibile per l’Inter di Helenio Herrera.
Corso ha legato indissolubilmente il suo nome ai colori nerazzurri, vestendo la maglia dell’Inter dal 1957 al 1973 per un totale di 502 presenze e 94 reti. Il suo palmarès con l’Inter è sbalorditivo:
- 4 Campionati Italiani (1962-63, 1964-65, 1965-66, 1970-71)
- 2 Coppe dei Campioni (1963-64, 1964-65)
- 2 Coppe Intercontinentali (1964, 1965)
Nonostante il successo di club, il suo rapporto con l’allenatore Herrera fu spesso burrascoso. Tuttavia, l’allora presidente Angelo Moratti bloccò sempre ogni richiesta di cessione, definendo Corso un “generatore di emozioni”. Meno fortunata, invece, fu la carriera in Nazionale, dove collezionò 23 presenze e 4 reti, senza mai partecipare a un Mondiale, nonostante la sua enorme classe.
Il post carriera
Dopo la lunga parentesi interista e un biennio al Genoa (1973-1975), Mario Corso intraprese la carriera di allenatore, gestendo soprattutto le formazioni giovanili del Napoli e dell’Inter, e guidando anche la prima squadra nerazzurra per un breve periodo nel 1986. Egli è ricordato come un campione eterno, il cui talento e la cui fantasia hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’Inter e del calcio mondiale.