Inter. Il 1967 è l’anno che gli interisti di quelle generazioni vorrebbero cancellare: la stagione che doveva portare al Triplete e al terzo successo consecutivo in Coppa dei Campioni si concluse, invece, con due sconfitte brucianti, una a Mantova in campionato e l’altra nella finale europea di Lisbona.
La caduta degli Dei
Mentre la caduta contro il Celtic (25 maggio 1967) è universalmente riconosciuta come la fine della Grande Inter di Helenio Herrera, esiste un aneddoto meno noto e intriso di superstizione legato alla divisa da gioco.
I nerazzurri scesero in campo all’Estádio Nacional do Jamor con la sua tradizionale maglia da trasferta completamente bianca. Una scelta obbligata dalle norme UEFA, dato che gli avversari scozzesi giocavano in verde-bianco. La sconfitta per 2-1 (dopo l’illusorio vantaggio iniziale su rigore di Mazzola) fu un duro colpo, ma divenne molto più di un semplice insuccesso sportivo.
Per generazioni di interisti, e in particolare all’interno dello spogliatoio e tra i dirigenti, quella maglia bianca assunse il ruolo di simbolo nefasto. Nonostante la squadra avesse vinto le due precedenti Coppe dei Campioni in nerazzurro, la finale del 1967 creò una vera e propria superstizione non scritta che associava il colore bianco alla sfortuna nelle sfide europee decisive.
La maledizione cromatica di Lisbona
Questa “maledizione cromatica” riaffiorò prepotentemente decenni dopo, influenzando le scelte della società in momenti cruciali.
Un esempio emblematico risale alla Finale di Coppa UEFA del 1997 contro lo Schalke 04. Pur avendo il bianco come divisa standard per le trasferte, i nerazzurri decisero di sfoggiare la terza maglia gialla (o arancione) nel tentativo di allontanare l’ombra del fallimento in Portogallo.
La stessa cautela, dettata forse più dal buon senso ma alimentata da anni di scaramanzia, si rivide nel 2010. Nella Finale di Champions League del Triplete contro il Bayern Monaco, l’Inter giocò fieramente con la prima maglia nerazzurra, preferendo il colore del successo e della storia all’obbligo potenziale di una maglia chiara.



