San Siro. Parlando come dirigente sportivo e come “uomo di sport,” Marotta ha espresso l’urgente necessità di dotare Inter e Milan di un impianto moderno e performante. La sua argomentazione ruota attorno al concetto di sostenibilità economica e competitività europea, dove lo stadio non è solo un contenitore di emozioni, ma un asset fondamentale per i ricavi.
”San Siro va rispettato, è stato il palcoscenico di emozioni incredibili e rappresenta la storia di entrambi i club,” ha esordito il CEO della società, per poi passare al nocciolo della questione: “Ma bisogna guardare avanti. È una struttura obsoleta e in costante bisogno di manutenzione. Come Wembley è stato abbattuto, per lasciar posto a un nuovo Wembley, anche qui c’è bisogno di fare la stessa cosa.”
Da San Siro al nuovo stadio
Il paragone con il leggendario impianto londinese è significativo. La ricostruzione del tempio del calcio inglese, pur tra le polemiche per la perdita della struttura originale, ha dato alla capitale londinese uno stadio all’avanguardia e generatore di enormi profitti. Pertanto, Marotta vede questa come l’unica strada percorribile anche per la capitale lombarda. Proprio per colmare il divario economico con i top club europei. Che spesso ottengono centinaia di milioni di euro in più dai ricavi da stadio rispetto alle italiane.
Il dirigente nerazzurro ha chiarito che l’investimento, da effettuare insieme ai cugini del Milan, sarebbe completamente privato. E porterebbe benefici infrastrutturali, occupazionali e turistici all’intera città.
Con toni che non escludono soluzioni alternative fuori Milano in caso di ulteriori ritardi politici, Marotta ha lanciato un messaggio forte e chiaro alle istituzioni. Il progresso non può attendere. E la decisione sulla demolizione e ricostruzione di San Siro non può più essere rimandata, rispettandone, ovviamente, la Storia che lo ha reso celebre in tutto il Mondo.



