Inter, John Stones è stato intervistato dal Corriere dello Sport riguardo il suo trascorso finora in maglia City. L’inglese ha spaziato su vari argomenti, parlando anche della prima storica Champions League vinta dagli Sky Blues contro la squadra allora allenata da Simone Inzaghi. Ecco le parole di Stones.
IL RUOLO NELL’ULTIMA CHAMPIONS – “Me lo ripetono spesso, io ho fatto solo il mio. Molti credevano fosse facile, ma l’Inter era ed è una superpotenza, come ha dimostrato tornando in finale quest’anno. Vincere non era scontato: l’Inter era ed è una superpotenza, come ha dimostrato tornando in finale quest’anno. Sì, Pep mi chiese quel lavoro (impostare, ndr.), tanto filtro e anche il ricamo. Comunque, chi pensa che Guardiola sia solo interessato alle tattiche sbaglia di grosso“.
GUARDIOLA – “Soprattutto la squadra, la sua tenuta difensiva e mentale. La passione che ha è in credibile, è un maniaco dei piccoli dettagli. Tutte le cose orribili che ci sono nel calcio lo appassionano allo stesso modo di quelle meravigliose. Penso che il suo cervello elabori il football in modo diverso da chiunque altro al mondo. Non esiste sul pianeta terra uno più bravo di lui. L’anno passato? Siamo andati in tilt. Però lo ammetto: forse ci serviva un’annata così. Vincere è speciale, quello che abbiamo fatto noi è fuori dall’ordinario, e siamo stati sciocchi a darlo per scontato. L’ultima stagione è stata una grande lezione“.
DE BRUYNE – “L’ho sentito pochi giorni fa: è felicissimo a Napoli. Se mi aspetto scintille? Oh sì! Può continuare a cullare il bambino che è in lui, circondato dall’amore dei tifosi e dall’entusiasmo di una squadra che ha appena vinto lo scudetto. Ci vediamo in Champions, amico!”.
OBBIETTIVO CHAMPIONS – “Vincerla? Sì, credo che ci riusciremo ancora. Ci stiamo allenando già al massimo. Vedo la concentrazione e la carica giusta in ognuno di noi. E poi quest’anno giocheremo bene e torneremo a lottare l’uno per l’altro, ve lo assicuro“.
IL RITIRO DI GUARDIOLA – “Quando se ne andrà dal City smetterà? L’ha detto veramente? Beh, so quanto ama il calcio, ma visto quanto lavora duramente, posso comprenderlo. Deve essere molto difficile dal punto di vista mentale, molto faticoso. Rinnovo? Sono ridicole le voci che sento. Questa è casa mia. Vorrei restare“.