Inter, Alberto Zaccheroni è tornato alla ribalta. Intervenuto ai microfoni San Marino RTV, ospite al Premio Azeglio Vicini, l’ex allenatore dell’Inter, ha svelato un retroscena con Adriano durante la stagione di Serie A 2003/2004.
L’ANEDDOTO – “Per fortuna che aveva Adriano, però me la gestivo io. Me la gestivo io, ed è vero che ancora oggi non mi risponde. Non mi risponde perché io lo mandai a casa. Non gli permisi di svolgere l’allenamento. Io sapevo che la sera prima era andato e io gli dissi: premetto che non sono arrabbiato, sono solamente deluso. Oggi i compagni sono lì che ti aspettano per iniziare l’allenamento. Sei arrivato cinque minuti in ritardo. Non è giusto che ti alleni con i compagni. Adesso torni a letto e domattina se hai voglia di allenarti arrivi in orario. E lui si mise a piangere. Non lo farò più, non lo farò più. No, sono certo che non lo farei più”.
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I RAPPORTI OGGI – “Lui è un altro compagno del quale non faccio il nome, più giovane di lui. Sono ritornati dentro spogliatoio, sono ritornati a casa. Da lì in avanti Adriano ci ha portati in Champions. Perché noi non eravamo nei primi quattro. Lui si è caricato alla squadra sulle spalle e le partite non dico che le vinceva da solo, ma quasi. Mi piange il cuore che sia ancora arrabbiato con me. Perché tutti gli anni provo a chiamarlo, soprattutto quando compie gli anni, ma non mi risponde. L’ho proprio ferito, ho ferito tanto. E mi dispiace, perché io lo volevo aiutare. Però è vero che a livello calcistico da lì in avanti ha fatto la differenza. Però mi piacerebbe che capisse perché l’ho fatto, sono stato duro. Mi farebbe immensamente piacere. Io spero sempre che un giorno o l’altro mi venga a trovare“.