Continua la polemica sul caso San Siro. Dopo il botta e risposta tra il presidente dell’Inter Marotta e il sindaco di Milano Sala, entra a gamba tesa l’Agenzia delle Entrate. Stando a Calcio e Finanza, oggi a Palazzo Marino l’ente ha recapitato una nota-chiarimento. Citiamo: «Il Meazza ha caratteristiche non più adeguate alle richieste dei suoi utilizzatori, ossia non allineate agli stadi di nuova concezione (necessità di un maggior numero di sky box, maggior superficie per sale Hospitality-executive, spazi commerciali e di intrattenimento-ricreativo ecc). Lo stadio Meazza presenta, quindi, delle carenze a livello di efficacia ed efficienza tali da comportare una obsolescenza funzionale, quantificata pari al 30%».
Un fatto arcinoto, che aveva già fatto discutere in passato. Che, tra l’altro, veniva additato come causa principale della necessità di un nuovo impianto nel dibattito sull’abbattimento del “Meazza”. Questa nota è in risposta, sempre secondo a Calcio e Finanza, ad un consigliere comunale del Gruppo Misto. Enrico Fedrighini, infatti, aveva chiesto all’AdE un chiarimento sulla stima del valore dello stadio e delle aree adiacenti. Il consigliere reputava troppo basso il valore di 197 milioni. Divisi in 70 per lo stadio e 124 per le aree, adduceva anche che non prendesse in considerazione l’ipotesi di ristrutturazione del Meazza.
Dice l’Agenzia delle Entrate: «Abbiamo ricavato tale valore sulla base della minore redditualità dello stadio Meazza, comparata con uno stadio di nuova concezione come quello della Juventus. La quantificazione di tale decurtazione, stimata in € 69.409.934,70, è stata quindi necessaria, assieme all’individuazione del deterioramento fisico, per quantificare il valore dello stadio nello stato di fatto in cui si trovava all’epoca della stima e non è da intendersi come un giudizio sulla fattibilità o meno della ristrutturazione dell’impianto».
L’Agenzia precisa inoltre di non essersi espressa in merito alla fattibilità tecnica della ristrutturazione dello stadio, in quanto non rientra nel merito dell’interrogazione di Fedrighini. Non accenna comunque a placarsi questo incredibile caso San Siro tutto italiano. La seconda città d’Italia, centro produttivo di importanza mondiale, sembra impossibilitata a procedere con la costruzione – o anche solo la vendita – di un’infrastruttura sportiva fondamentale come lo stadio cittadino. E intanto, i tifosi attendono.



