Intervistato dalla Gazzetta, Marco Materazzi elogia l’Inter attuale e racconta l’esperienza vissuta con le vecchie glorie. Un tuffo nel passato con un occhio al futuro
Intervistato dalla Gazzetta, Marco Materazzi racconta l’esperienza vissuta in Georgia con le vecchie glorie. Come ai vecchi tempi, in trasferta sul pullman e parte un coro “la capolista se ne va”, diventato famoso grazie ai successi passati. Gli ex giocatori non lo cantano più però per le loro vittoria sul campo, ma quelle di un’altra Inter guidata da Simone Inzaghi.
Il difensore centrale campione del Mondo con l’Italia nel 2006 si esprime così sulla fuga nerazzurra e racconta una sua previsione:
Io non ho mai avuto dubbi che se ne andasse… Ero sicuro dall’inizio: troppa qualità e convinzione dopo Istanbul, una netta superiorità. Toccando ferro, per la seconda stella la strada è tracciata, mentre per la Champions è tutto più complicato e imprevedibile. Ma l’Inter è diventata una macchina, può provarci con chiunque senza paura. I giocatori e Inzaghi hanno trovato la chiave, e il bello è che l’hanno trovata… insieme.
Marco Materazzi sostiene infatti che la vera forza di questa Inter non sia un singolo giocatore o degli schemi, ma la forza del gruppo. L’ex numero 23 fa anche un paragone tra l’assortimento presente in questa squadra e quell’anno dell’anno del Triplete.
Così il baluardo difensivo si esprime sull’argomento:
Nel senso che sono diventati una famiglia, come eravamo e siamo ancora noi del Triplete: anche ora in Georgia il tempo per noi non sembrava essere passato. Pure nell’Inter di adesso tutti sono felici per il gol di un singolo, come quando si è sbloccato Arnautovic e la panchina è saltata: non era scontato, era sincero. Da queste cose si capisce che il gruppo funziona
Dopo aver sottolineato la crescita di Marko Arnautovic, unico anello di congiunzione tra le due Inter, e aver elogiato il percorso di Thiago Motta d’allenatore Materazzi fa un’amissione importante.
Marco Materazzi in azione con Inter Forever in Georgia
Inter, Marco Materazzi: loro meglio di noi
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Marco Materazzi si esprime così ai microfoni della Gazzetta quando gli viene chiesto di paragonare le due squadre oggetto del dibattito:
Dico onestamente che giocano meglio loro di noi. E’ proprio un piacere seguirli: il merito va dato a Inzaghi che ha capito come non disperdere il talento. Basta saper fare stare insieme dei giocatori forti per ottenere dei risultati, anche senza inventarti chissà cosa. E poi bravissimi i dirigenti che ne hanno sbagliate davvero poche in questi anni. Da Mkhitaryan a Barella, sapevano che lì c’erano radici solide, appartenenza, serietà. Così hanno costruito questa squadra che sembra perfetta.
Marco Materazzi conclude l’intervista cercando di trovare le somiglianze tra lui e i centrali difensivi nerazzurri attuali, ecco in chi si rivede:
Acerbi forse si avvicina per la storia, perché si è consacrato tardi. Ma mi rivedo in Bastoni, un po’ nel fisico e un po’ nel modo in cui lancia di sinistro.