Inter-Udinese, la rabbia di Lautaro: proteste e limiti da superare
La sconfitta per 2-1 dell’Inter contro l’Udinese ha acceso gli animi, con Lautaro Martinez protagonista di un episodio di furia. Nel finale, l’arbitro ha fischiato un fallo in attacco al capitano nerazzurro, scatenando la sua protesta: “Sempre così, non va bene!”, ha urlato, scalciando i cartelloni pubblicitari. La decisione, corretta per il contatto su Ehizibue, ha frustrato Lautaro, già nervoso per la prestazione opaca della squadra. La difesa, con Bisseck in difficoltà, ha concesso troppo, come sul gol di Atta. Chivu deve lavorare sulla solidità difensiva, mai rinforzata in estate. La sosta sarà cruciale per correggere gli errori. I tifosi, delusi, chiedono un’Inter più concreta.
Le riflessioni per la sosta
La manovra, lenta e prevedibile, non ha creato pericoli. Chivu, che punta su un gioco rapido e verticale, non ha visto la squadra eseguire il piano. Il 3-4-2-1 provato nel finale non ha funzionato, lasciando spazi agli avversari. Le proteste di Lautaro riflettono la frustrazione per un reparto di centrocampisti incapace di sostenere l’attacco. Senza rinforzi, come un mediano fisico richiesto da mesi, l’Inter fatica a trovare equilibrio. La sosta offre tempo per lavorare su intensità e schemi, ma serve un cambio di passo.
Chivu difende Lautaro
In attacco, Lautaro e Thuram hanno lottato senza trovare la rete. Pio Esposito, entrato nel finale, ha mostrato sprazzi di talento, ma il 4-2-4 improvvisato ha creato confusione. L’Udinese, ben organizzata, ha sfruttato gli errori nerazzurri. Lautaro, dopo il fallo fischiato, ha sfogato la rabbia, ma Chivu lo ha difeso: “È un leader, la sua passione ci serve”. Tuttavia, il tecnico ha ammesso: “Dobbiamo essere più cinici”. La mancanza di un esterno offensivo, mai arrivato sul mercato, pesa. L’Inter deve ritrovare compattezza e cattiveria. La sosta è un’occasione per ripartire, ma i problemi strutturali richiedono soluzioni rapide e concrete.


