Inter, la rivoluzione di Chivu: un cantiere aperto dopo Inzaghi
Cristian Chivu ha preso le redini dell’Inter dopo l’addio di Simone Inzaghi, partito per l’Arabia Saudita. La squadra nerazzurra, reduce da un ciclo di successi, affronta una transizione delicata. Chivu punta su un calcio più verticale e aggressivo, rompendo con il 3-5-2 di Inzaghi, che privilegiava armonia e possesso. Tuttavia, i risultati iniziali, come la sconfitta contro l’Udinese (2-1), mostrano un gruppo ancora legato alle vecchie abitudini. I big, da Calhanoglu a Frattesi, faticano a adattarsi al nuovo credo tattico. La società sostiene Chivu, consapevole che serve tempo per plasmare una nuova identità. La recente vittoria per 5-0 contro il Torino aveva acceso speranze, ma il ko successivo ha frenato l’entusiasmo. Chivu insiste: la strada è tracciata, ma il cantiere è aperto.
Difesa fragile e turnover: i nodi da sciogliere
La difesa interista, punto di forza con Inzaghi, mostra crepe preoccupanti. Bisseck, preferito a Pavard contro l’Udinese, ha commesso errori decisivi, come sul gol di Atta. L’età media del reparto, 29,8 anni, è la più alta tra le big di Serie A, con Acerbi e De Vrij che faticano a reggere il ritmo. Chivu sperimenta moduli, dal 3-4-2-1 al 4-2-4, ma gli automatismi difensivi latitano. Il turnover, basato sulla meritocrazia, crea competizione ma rischia di destabilizzare. Frattesi, pupillo di Chivu, cerca spazio come mezzala, mentre Calhanoglu, ancora lontano dalla forma migliore, resta centrale nel progetto. La sosta sarà cruciale per lavorare su questi difetti. Intanto, l’arrivo di Akanji rinforza la rosa, ma serve tempo per integrarlo.
Un futuro da costruire con pazienza e giovani
Chivu guarda al futuro, puntando su giovani come Pio Esposito e Sucic. Esposito, inserito nella lista B di Champions, incarna la filosofia del tecnico: meritocrazia e coraggio. Sucic, dopo un esordio brillante, ha steccato contro l’Udinese, ma il suo talento è indiscusso. Il romeno vuole un’Inter sfacciata, capace di affrontare le difficoltà senza paura, come lui stesso fece da giocatore. La sfida con la Juventus, in arrivo, è un banco di prova cruciale: una sconfitta rischia di lasciare l’Inter a -6. Tuttavia, Chivu non cede alla pressione. La società crede nel suo progetto, nonostante le critiche per una rivoluzione percepita a metà. Con il tempo, l’Inter di Chivu potrebbe trovare la sua identità, mescolando l’esperienza dei veterani con l’energia dei giovani.