“A Perugia pioverà di nuovo” recita qualche tifoso laziale nella speranza di rivivere quel 14 maggio che gli consegnò il tricolore. In quella Lazio lì giocava un certo Simone Inzaghi, il quale vinse quel campionato ai danni della Juventus di un Antonio Conte giocatore. L’ epilogo di quell’ annata fu incerto fino all’ ultimo: a quattro giornate dalla fine la Juventus aveva un vantaggio di 5 punti rispetto ai biancocelesti allenati da Eriksson. Quest’ anno i punti a quattro giornate dal termine erano 3, adesso la lunghezza che li separa è pari a 1.
25 anni dopo quell’ infausta stagione per i bianconeri, Conte è di nuovo lì, a fare a “sportellate” per cucirsi il tricolore sul petto, così come lo è Inzaghi. I 2 si ritrovano di nuovo in un testa a testa all’ ultimo sangue, in vesti più formali ma non meno agguerrite. Il Napoli del tecnico salentino domani sera dovrà vedersela col Parma: una squadra che, proprio come quel Perugia, è incerta della sua permanenza nel massimo campionato. L’ Inter, dal canto suo si trova a dover rincorrere e sperare nell’ inciampo campano, come un maratoneta spera nei crampi del leader della corsa nell’ ultimo chilometro. I chilometri mancanti in questo caso sono due: il più prossimo è quello delicato per i partenopei.
Inzaghi e Conte, che tante volte si sono ritrovati faccia a faccia da giocatori, adesso sono i protagonisti di una folata scudetto memorabile. I napoletani vedono la luce del 4° scudetto, l’ interisti quasi non ci speravano più prima del passo falso degli azzurri con il Genoa. Una lampadina dopo quel 2-2 si è riaccesa nel cuore dei nerazzurri. Questa volta bisogna sperare che “a Parma piova per la prima volta”.
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