Lo scudo penale nel braccio di ferro per il Meazza: Inter e Milan spingono per garanzie
Inter e Milan accelerano la corsa verso il nuovo San Siro con una richiesta controversa: lo scudo penale per la vendita del Meazza. I due club nerazzurri e rossoneri negoziano con il Comune di Milano un’operazione da centinaia di milioni, ma temono intoppi giudiziari che blocchino i lavori o spaventino le banche. Lo scudo penale funge da paracadute: protegge le squadre da procedimenti penali, anche infondati, che potrebbero azzerare la bancabilità del progetto. La giunta comunale approva una delibera di 150 pagine il 17 settembre, includendo una proposta di compromesso. Inter e Milan, tramite i loro legali, insistono su questa tutela per evitare ritardi in un cantiere ambizioso che prevede ristrutturazioni epiche. Il Consiglio comunale deve votare entro il 30 settembre, data limite della proposta d’acquisto. I club motivano la richiesta con mesi di incontri tesi: un’indagine improvvisa potrebbe paralizzare tutto, vanificando investimenti colossali. L’avvocato Alberto Toffoletto, incaricato dal Comune, redige una lettera che delinea il meccanismo. I tifosi, affamati di un stadio moderno, seguono la trattativa con apprensione, mentre i dirigenti nerazzurri e rossoneri difendono la mossa come essenziale per un futuro sostenibile. Milano, capitale del calcio, assiste a un duello che mescola ambizione sportiva e cautele legali. Inter e Milan non arretrano: firmano solo con garanzie ferree, puntando a un accordo che illumini l’orizzonte europeo.
Le ragioni dei club e la controproposta del Comune: un compromesso in bilico
Inter e Milan giustificano lo scudo penale con il rischio concreto di procedimenti penali che, pur rivelandosi infondati, comprometterebbero l’intero piano. I club temono blocchi ai cantieri e fughe di finanziatori, in un’operazione che richiede prestiti bancari ingenti per rinnovare il Meazza. Durante incontri marathon, i dirigenti rossoneri e nerazzurri esprimono preoccupazioni su profili legali sensibili, spingendo il Comune a reagire con una proposta articolata. La delibera comunale prevede incontri obbligatori tra le parti in caso di indagini: valutano impatti e cercano soluzioni consensuali. Se un procedimento emerge nei primi nove mesi dal contratto e mina la bancabilità, ciascuna parte esercita un diritto di recesso. Il Comune rimborsa il corrispettivo pagato, restituisce la Garanzia Finanziaria Unica e mantiene indennità per l’uso dello stadio, più una locazione quinquennale. Francesca Carmela, vice direttrice di Palazzo Marino, coordina lo studio Nctm per bilanciare interessi. I club apprezzano il passo avanti, ma non confermano l’accettazione: “Al momento non sappiamo se la nostra proposta sia considerata accettabile dalle squadre”, ammette la lettera ufficiale. La politica milanese osserva cauta, con assessori che difendono la delibera come equa. Inter e Milan, da parte loro, accelerano i negoziati per evitare slittamenti, convinti che lo scudo rafforzi la stabilità finanziaria. Questo compromesso riflette tensioni tipiche di grandi progetti urbani, dove il calcio si intreccia con la burocrazia. I presidenti Scaroni e Zhang monitorano ogni virgola, pronti a chiudere un capitolo storico.
Prospettive e impatti: il futuro del Meazza tra rischi e opportunità
Lo scudo penale ridefinisce le gerarchie nella trattativa per il Meazza, aprendo scenari che influenzano il calcio milanese. Il Consiglio comunale vota entro fine settembre, e un sì sblocca fondi per un’arena da sogno, con Inter e Milan che guadagnano certezze contro ostacoli giudiziari. La proposta comunale mitiga i timori, garantendo rimborsi rapidi e continuità operativa, ma i club spingono per estensioni più ampie. La politica locale reagisce con divisioni: alcuni consiglieri lodano la flessibilità, altri criticano la “concessione eccessiva” ai privati. Fanpage.it evidenzia come questa clausola prevenga paralisi, citando: “Un procedimento penale potrebbe bloccare i lavori o impattare negativamente sulla bancabilità”. Inter e Milan, forti di un progetto che rigenera l’area San Siro, vedono nello scudo un investimento sul lungo termine. La scadenza del 30 settembre incombe, e le parti accelerano incontri per sigillare l’accordo. Se passa, il Meazza evolve in un hub multifunzionale, attraendo sponsor globali e tifosi da tutto il mondo. Altrimenti, ritardi minano ambizioni europee dei club. Milano incarna il dilemma: bilanciare eredità pubblica e dinamismo sportivo. Inter e Milan, resilienti, trasformano la richiesta in leva per un sì definitivo. Lo scudo penale non resta astratto: plasma il destino di uno stadio leggendario, promettendo un calcio più sicuro e innovativo. I supporter nerazzurri e rossoneri sognano già le notti di Champions in un tempio rinnovato, mentre la città tiene il fiato.



