Grinta e tenacia, muscoli e cuore. La sua esperienza con la maglia dell’Inter è durata il lampo di un paio di stagioni, ma Paul Ince con il suo temperamento ha inciso comunque il proprio nome nella lunga storia del Biscione nerazzurro.
Inter, ti ricordi Paul Ince?
Una storia d’amore particolare, quella tra l’Inter e il centrocampista inglese Paul Ince. Nato a Ilford – quartiere a nord-est di Londra – il 21 ottobre 1967, il primo capitano di colore della nazionale dei Tre Leoni arriva in nerazzurro nell’estate del 1995. Presentato prima ancora della firma ufficiale – problemi logistici e familiari da risolvere prima del definitivo sì – Massimo Moratti deve sborsare 13,5 miliardi del vecchio conio per assicursi le prestazioni di questa colonna del Manchester United. Come ricorderà successivamente lo stesso presidente: “Mi mossi in persona. Era un giocatore che mi faceva impazzire, per l’ardore con il quale si scagliava contro chiunque incontrasse. Ci vidi uno slancio, una generosità, un coraggio“.
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Le apprezzabili caratteristiche fisiche e caratteriale lo trasformano fin da subito – o almeno, dal termine del fisiologico rodaggio – in un beniamino di San Siro. Sebbene la prima stagione sia complicata da un doppio cambio sulla panchina nerazzurra (da Ottavio Bianchi al connazionale Roy Hodgson, in mezzo la brevissima parentesi di Luis Suarez).
L’annata 1996/97 lo elegge padrone assoluto della metà campo dell’Inter: la Curva Nord canta “Come on, Paul Ince” e l’inglese si carica la squadra sulle spalle. Tra campionato, Coppa Italia e Coppa Uefa arriva in doppia cifra, rivelandosi uno dei massimi protagonisti della cavalcata europea che si fermerà solo alla lotteria dei rigori nella sfortunata doppia finale vinta dallo Schalke 04.
Il Fenomeno e la famiglia
Iconica, invece, la sua immagine con turbante e maglietta dell’Inghilterra insaguinata in una partita giocata contro l’Italia. Ince sarebbe rimasto volentieri a Milano, a maggior ragione con l’arrivo di Ronaldo . Dello stesso avviso non fu la moglie: già decisamente pignola nella scelta della residenza meneghina, fece in modo e maniera di convincere il marito a rifare le valigie per far ritorno nella Perfida Albione.
“Mi sarebbe piaciuto tantissimo giocare con il Fenomeno. Ma per la mia famiglia, decisi di tornare in Inghilterra“: dall’Inter al Liverpool Paul Ince continuò ad interpretare il calcio alla sua maniera. Un tackle dopo l’altro.



