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Inter, nel frattempo che il sindaco Beppe Sala prova a unire una maggioranza consiliare spaccata sul fronte stadio San Siro, spunta una vecchia delibera che ne vieta la vendita. Fra i punti tassativi del suo mandato da primo cittadino, Sala ha inserito la vendita di San Siro. Lo stadio dovrebbe essere ceduto a Inter e Milan entro il 10 novembre, giorno in cui scatterà il vincolo sul secondo anello.
Come riportato oggi sul quotidiano La Verità, il cosiddetto fronte del “no” – capitanato dall’ex vicesindaco Luigi Corbani, avrebbe trovato dagli archivi una delibera della Giunta comunale. Il documento, datato 16 giugno 2000, classificherebbe San Siro come bene pubblico, appartenente al patrimonio indisponibile del Comune. La destinazione d’uso dell’impianto sarebbe volta a “garantire la partecipazione della cittadinanza alle manifestazioni calcistiche di maggiore rilievo“. Lo stadio può essere dato solo in concessione d’uso, ma non venduto.
LE PAROLE DI CORBANI – “In sei anni il Comune non ha mai presentato un bilancio dei ricavi derivanti dalla concessione d’uso, né ha illustrato i costi di gestione dello stadio Meazza. Se si valuta un bene sulla base del reddito che genera, il Meazza non può valere meno di 179 milioni. La stima fatta dall’Agenzia delle Entrate, che lo valuta solo 73 milioni, è ridicola. Siamo nel paese dei balocchi: si costruisce un grattacielo e si vendono i terreni a 400 euro al metro quadrato“.
Sempre secondo Corbani e il suo comitato, il Meazza non sarebbe affatto una struttura obsoleta. “Dal 2000 sono stati investiti oltre 100 milioni di euro. Manutenzione straordinaria e innovazioni tecnologiche per trasformarlo in un edificio efficiente, idoneo persino a ospitare l’inaugurazione delle Olimpiadi del 2026“. A fronte delle valutazioni delle società Milan e Inter, che lo hanno definito “strutturalmente critico“, Corbani ribatte. “Se davvero lo stadio fosse obsoleto e con problemi strutturali, perché mai si continuano a giocarci partite fino al 2030? Il Comune dovrebbe chiuderlo e attuare un monitoraggio serio”.
M-I Stadio srl, la società che gestisce l’impianto, nel suo bilancio 2023-2024 mostra come il valore della produzione superi i 36 milioni di euro, di cui il 69% derivante da attività non calcistiche. Conclude Corbani: “I ricavi dai concerti sono stati di 11,9 milioni, dal museo e dai tour 6,8 milioni, e dai bar 2,5 milioni, con un totale di 268.524 visitatori. Dati che smentiscono la narrazione di uno stadio economicamente superato“. Resta però un’evidenza: al momento San Siro non è in possesso di tutti i requisiti UEFA per ospitare gli Europei 2032.



