La voglia di riscatto. Quella voglia che le grandi squadre hanno dopo una débacle. Come diceva Ayrton Senna, non si vince l’ argento ma si perde l’ oro. I nerazzurri il loro oro l’ hanno perso a Monaco di Baviera il 31 maggio. Adesso però l’ Inter deve mettere da parte la sua “Caporetto” per rialzarsi. L’ auspicio è che Chivu, come Armando Diaz, riporti orgoglio e entusiasmo ai suoi uomini. Il Mondiale per Club è un ottimo punto da cui ripartire per trasformare la sconfitta in vittoria.
Arrivato in punta di piedi, il tecnico rumeno avrà l’ arduo compito di risollevare gli animi interisti. Sicuramente non sarà facile: il 5-0 di Monaco è stata come una coltellata al cuore per i nerazzurri. Il neo-allenatore interista ,dalla sua, ha le poche pretese che i tifosi riservano in un tecnico con praticamente zero esperienze in panchina. Il fattore sorpresa è fondamentale: tutte le squadre che affronteranno l’ Inter si aspetteranno una squadra senza stimoli (com’ è normale che sia). Chivu dovrà sorprendere gli avversari mostrando un moto d’ orgoglio che sembra essere sparito.
La base tattica rimarrà quasi sicuramente invariata. Verticalità e scambi di posizione sono stati l’ Ave Maria del calcio inzaghiano: difficilmente Chivu vorrà stravolgere la più classica delle preghiere. Le mezz’ ali giocheranno un ruolo fondamentale: Barella e Mkhitaryan dovranno tornare quei giocatori capaci di spaccare le difese a metà. Lautaro e Thuram dal canto loro, dovranno ritrovare il gol per sbloccarsi e per giocare senza fasciature sulla testa. Per riprovare a rialzarsi e vincere il Mondiale per Club serviranno orgoglio e voglia di riscatto. Adesso sta all’ Inter trasformare Caporetto in Vittorio Veneto.
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