Il difensore del Napoli Juan Jesus esprime la propria delusione a seguito della conclusione del caso Acerbi con l’assoluzione del difensore dell’Inter. Il comunicato
Juan Jesus torna a parlare dopo la sentenza presa sul caso Acerbi. Il difensore centrale dell’Inter è stato assolto per mancanza di prove nei confronti dell’accusa presentata dal difensore brasiliano.
Il giocatore del Napoli esprime il proprio rammarico per la decisione:
Ho letto più volte, con grande rammarico, la decisione con cui il Giudice Sportivo ha ritenuto che non ci sia la prova che io sia stato vittima di insulti razzisti durante la partita Inter-Napoli dello scorso 17 marzo: è una valutazione che, pur rispettandola, faccio fatica a capire e mi lascia una grande amarezza.
Successivamente, Juan Jesus riflette sul proprio comportamento. L’ex Inter sottolinea come agli occhi della giustizia sia costata cara la decisione di continuare la partita, al contrario di quanto fatto da diversi giocatori nel passato. Il caso più recente è stata l’uscita dal campo di Mike Maignan a Udine a seguito dei continui cori e ululati razzisti dedicategli dai “tifosi”.
Ecco il ‘passaggio in cui il difensore brasiliano sottolinea ciò:
Sono sinceramente avvilito dall’esito di una vicenda grave che ho avuto l’unico torto di aver gestito “da signore”, evitando di interrompere un’importante partita con tutti i disagi che avrebbe comportato agli spettatori che stavano assistendo al match, e confidando che il mio atteggiamento sarebbe stato rispettato e preso, forse, ad esempio. Probabilmente, dopo questa decisione, chi si troverà nella mia situazione agirà in modo ben diverso per tutelarsi e cercare di porre un freno alla vergogna del razzismo che, purtroppo, fatica a scomparire.
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Juan Jesus continua il suo discorso dicendo di non essere tutelato dalla decisione e di non comprendere il perché non venga considerata la frase pronunciata come discriminatoria ma solo un’offesa. Inoltre, sottolinea anche l’incoerenza di Francesco Acerbi e il suo cambio di versione durante la vicenda e non aver negato l’accusa nell’immediato.
Ecco il passaggio in questione:
Non mi sento in alcun modo tutelato da questa decisione che si affanna tra il dover ammettere che “è stata raggiunta sicuramente la prova dell’offesa” ed il sostenere che non vi sarebbe la certezza del suo carattere discriminatorio che, sempre secondo la decisione, solo io e “in buona fede” avrei percepito. Non capisco, davvero, in che modo la frase “’vai via nero, sei solo un negro …” possa essere certamente offensiva, ma non discriminatoria. Non comprendo, infatti, perché mai agitarsi tanto quella sera se davvero fosse stata una “semplice offesa” rispetto alla quale lo stesso Acerbi si è sentito in dovere di scusarsi, l’arbitro ha ritenuto di dover informare la VAR, la partita è stata interrotta per oltre 1 minuto ed i suoi compagni di squadra si sono affannati nel volermi parlare. Non riesco a spiegarmi perché mai, solo il giorno dopo e in ritiro con la Nazionale, Acerbi abbia iniziato una inversione di rotta sulla versione dei fatti e non abbia, invece, subito negato, appena finita la partita, quanto era in realtà avvenuto.
Infine, Juan Jesus conclude il suo punto di vista osservando come questa decisione possa andare a creare un precedente pericoloso. L’unica sua speranza è che tutta questa triste vicenda possa servire per far riflettere il mondo del calcio su un una tematica così delicata.
La conclusione del difensore centrale brasiliano del Napoli sulla vicenda:
Non mi aspettavo un finale di questo genere che temo – ma spero di sbagliarmi – potrebbe costituire un grave precedente per giustificare a posteriori certi comportamenti. Spero sinceramente che questa, per me, triste vicenda possa aiutare tutto il mondo del calcio a riflettere su un tema così grave ed urgente