L’analisi di Bergomi
Il ritorno alle vecchia abitudini inzaghiane è stato decisivo nell’invertire la rotta dopo un inizio di stagione a rilento. Ne ha parlato al Club l’opinionista ex bandiera nerazzurra Giuseppe Bergomi. Agli studi di Sky Sport ha analizzato le prestazioni della formazione nerazzurra: “Per come vedo io il calcio, e per come conosco l’Inter, a me sembra che giochi lo stesso calcio. E anzi, nelle ultime partite è tornata a fare quello che faceva prima.”
Le variazioni tra Chivu e Inzaghi secondo l’opinionista
Un Inter che gioca in modo molto simile al passato, con qualche leggera variazione. Le differenze piùimportanti tra Chivu e Inzaghi si vedono nella gestione dei cambi e in un generale atteggiamento più spericolato della squadra. “L’Inter in passato, con Inzaghi, spesso nella prima mezz’ora-40 minuti pressava forte e andava in vantaggio, poi il calo arrivava sempre nel secondo tempo. Sul gioco non c’è tanta differenza, ma sugli uomini, sui cambi, sì, prendendosi qualche rischio che magari in passato non veniva preso. Solo in due hanno giocato sempre: Thuram e Barella, più Akanji da quando è arrivato. Gli altri li ha sempre cambiati“.”
Un tema già affrontato
Ne aveva già parlato Gazzetta dello Sport della continuità tra l’Inter Inzaghiana e quella di Chivu, con particolare riferimento al modulo. “La decisione di non rinunciare al modulo di Simone Inzaghi, quel 3-5-2 inciso nella pietra negli ultimi quattro anni, si spiega anche così: manca un centrocampista muscolare che permetta di passare a una mediana a due, per rovesciare il destino sarebbe bastato Manu Koné, centurione giallorosso a lungo bramato dal tecnico e sogno per la prossima estate. Non bastasse, in un centrocampo di piedi buoni e soprattutto in una inesplorata trequarti non sono arrivati degli assaltatori specializzati, giocatori dotati di cambio di passo e dribbling: Lookman, o anche solo un replicante del nigeriano, avrebbe permesso di associarsi alle punte in modo differente.