Inter-Barcellona, pagelle: una prestazione leggendaria che resterà nella storia della Champions, con i nerazzurri eroici che gettano il cuore oltre l’ostacolo ed eliminano la favoritissima. Come redazione, ci sentiamo di dare – per questa occasione – una valutazione complessiva di squadra: dopo la gara di ieri, i nerazzurri si prendono un bel 9, frutto del clamoroso obiettivo raggiunto. La grinta e la passione trasmessa dalla squadra ieri ha fatto sì che Inter-Barcellona diventasse una delle notti più indimenticabili della storia recente dell’Inter. Indipendentemente da come finirà il percorso in Champions League, e la stagione in generale, la partita di ieri resterà negli annali. Ecco ora invece le valutazioni dei singoli giocatori.
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SOMMER – 9 – Il migliore in campo. Strano, un portiere che prende un voto del genere dopo aver subito tre reti, sei fra andata e ritorno. Ma Sommer è colui che ha definitivamente salvato la situazione in almeno tre occasioni enormi. In primis, un salvataggio senza senso, di puro riflesso su Eric Garcia (che, ad essere onesti, non conclude esattamente in modo deciso), sul 2-1 momentaneo. Poi, i due grandi salvataggi su Yamal, a gara in corso e nei supplementari. Gestione ottima delle palle a terra, è una sicurezza e – al momento – ci sono veramente pochi estremi difensori sopra di lui. A 37 anni si – e ci – regala una serata semplicemente leggendaria, se l’Inter tornerà a Monaco di Baviera, gran parte del merito è il suo.
BISSECK – 6 – Il voto è una media fra i tempi: primo da 7, il secondo da 5. Evidentemente stanco, è l’unico che aveva giocato contro il Verona. Fatica sempre in marcatura, deve migliorare, ma la prima parte di gara è sul pezzo.
Dal 71′ DARMIAN – 6,5 – Una sicurezza. Torna a fare il braccetto di destra, ma in un paio di occasioni spinge anche. Fondamentale in un momento della gara di estrema difficoltà, è preciso e sicuro, fa pochi complimenti. Nel finale resta ordinato, ennesima buona prestazione.
ACERBI – 9 – Storia da film. Prestazione monumentale, il gol della vita, segnato da chi – anche nei momenti di maggiore difficoltà – non smette mai di crederci e di lottare. Questa, è un po’ la metafora della vita di Acerbi: 37 anni, con una carriera passata a combattere sul campo e fuori contro la sfortuna, aggrappandosi a una fede incrollabile. Egregio in copertura, spazza via tutto e non rischia mai niente, poi quando tutto sembrava finito, lui è l’unico che ancora osa. Quel gol così pesante, segnato di destro da un centrale di difesa mancino, al 93′, dopo lo svantaggio di poco prima. Da Pavia e Renate alla finale di Champions League, secondo marcatore più anziano di sempre in una semifinale. Francesco Acerbi non solo ci insegna che, nel calcio, tutto è possibile: ma anche che, per vincere, bisogna osare, e andare oltre ogni ostacolo.
BASTONI – 7,5 – Qualche imprecisione di troppo, ma in difesa è diligente, e si esalta in una precisa e complicata chiusura su Ferran Torres lanciato. Contiene bene anche Yamal, fermandolo con le buone e non. Difensore moderno? Sì, ma ogni tanto è necessario fare anche la legna. E nel finale, sfrutta perfettamente anche un fallo tattico che frena un’azione pericolosa dei catalani, intelligentemente.
DUMFRIES – 8 – Due assist, intelligente e altruista sul primo gol, stoico nel finale. All’andata doppia marcatura, al ritorno doppia assistenza. Decisivo insomma, quanto è mancato. Esce zoppicando per i crampi, un cuore grande così.
Dal 108′ DE VRIJ – 7 – Il migliore dei subentrati in difesa, lucidissimo e di esperienza. Spazza via tutto, vitale.
BARELLA – 7 – Motorino, quantità enorme di rincorse e coperture, riprende i palloni e corre dietro a chiunque lì in mezzo al campo. Quando esce Lautaro, si prende la fascia di capitano con personalità, ma permane qualche imprecisione in uscita. Sembra un cyborg per quanto regge la corsa, viaggia per oltre 120 minuti.
CALHANOGLU – 7,5 – Glaciale dal dischetto. Zittisce i critici che dicevano non fosse in grado di fornire grandi prestazioni in partite importanti. Non va oltre il sette e mezzo poiché – complice la stanchezza – compie troppe sbavature in appoggio e in costruzione: la più evidente è quella che porta al fallo al limite di Mkhitaryan, inizialmente decretato calcio di rigore, su Yamal.
Dal 79′ FRATTESI – 8,5 – In un’Inter in completa apnea, dà ossigeno sostituendo un Calha cotto. Generoso e indemoniato, corona una partita di sacrificio con il gol del destino. Nella gestione della palla e nella conclusione – non con il suo piede – è glaciale e precisissimo. Dopo Monaco all’andata, si riconferma l’uomo dell’ultimo minuto, rispedendo i nerazzurri proprio in Baviera, stavolta per la finale. Mezzo voto in più, perché esulta troppo e si sente male. Davide uno di noi.
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MKHITARYAN – 7+ – Intelligenza tattica da marziano. Corre, copre, fatica, ma rimane lucido in impostazione. Quando leggiamo la carta d’identità e leggiamo 36 anni, c’è quasi da stupirsi. Da quando è arrivato all’Inter è stato in grado di adattarsi da ala/mezza punta a fare anche il medianaccio, quando serve. Salva la baracca falciando Yamal due centimetri prima dell’area di rigore. Quando sale in cattedra, lui sì che è ingiocabile.
Dal 79′ ZIELINSKI – 6,5 – Buon ingresso, molle nel primo contrasto ma poi ingrana. Utilissimo in quanto a fiato, è rapido nelle coperture, gioca attento e generoso.
DIMARCO – 7 – Rispetto all’andata, in cui ci aveva capito poco, stavolta c’è. Ci piace pensare che, in settimana, abbia passato le nottate sveglio a studiare le giocate di Yamal. Che sofferenza tenere l’ispano-marocchino, ma questa volta prende meglio le misure. Non si limita solo a subire, ma nella sua oretta di gioco, riesce anche a concepire il primo gol recuperando palla e trovando l’inserimento di Dumfries. Forse, poteva fare qualche minutino in più.
Dal 55′ AUGUSTO – 6+ – Gara difficile da interpretare la sua. Entra e sembra quasi spaesato. Prende una pasta spaventosa da Yamal pochi minuti dopo l’ingresso, e si perde la marcatura sul gol del 2-2 di Olmo. Poi, ingrana la marcia, e nei supplementari diventa prezioso sulla fascia. Ha una gran capacità di corsa, e riesce a riprendere su un Yamal terribile ma, forse, un po’ stanco.
THURAM – 7+ – Va a sprazzi: inizialmente la serata è buia e faticosa, il lampo dopo 30” dell’andata sembra un lontano ricordo. A volte, però, basta un’occasione, come quella che – dopo una gara di fatica, giocata da cotto – di fatto, porta al gol del definitivo 4-3. Guizzo sul fondo, palla per Taremi che sponda per il sinistro vincente per Frattesi. Gara di grande sacrificio, in cui prende grandi legnate da Inigo Martinez e compagni, oltre ogni sforzo.
MARTINEZ – 8 – Non doveva neanche giocare. Scende in campo con la gamba fasciata, e resta dentro 70 minuti con un cuore grande più di Milano. La sua partita porta al gol del vantaggio e al rigore conquistato. Impossibile chiedergli di più. Capitano vero, esce stremato. Un esempio per tutti, e noi pensiamo che la sua prestazione sia stata da monito anche per gli altri.
Dal 71′ TAREMI – 6,5 – Utile, sembra più sveglio di tante altre occasioni. Poi, quando vuole, la qualità ce la mette: ottima la sponda che permette il colpo del 4-3 di Frattesi. Piccolo ma preziosissimo contributo.
All. INZAGHI – 9 – Storico, passa tutta la gara scatenato sulla fascia tanto che, se avesse potuto, sarebbe entrato pure lui. Finisce zuppo d’acqua sotto il diluvio del Meazza, risolve la partita con i cambi e con la grinta. Questa Inter è lo specchio del proprio allenatore. Fino a quando ha retto fisicamente, la squadra non ha quasi nemmeno sofferto. Il calo è quasi inevitabile, lo abbiamo già visto nelle ultime gare in stagione. Ciò che manda avanti, è il cuore infinito di un gruppo che, semplicemente, non ha mollato la presa neanche sotto tortura. Eroico, eguaglia Helenio Herrera portando l’Inter in finale di Champions per la seconda volta in tre anni.