L’Inter ancora una volta deve subire le critiche. Oggi di Andrea Di Caro (Gazzetta dello Sport) che punta il dito sui numeri di Inzaghi
C’è un’analisi precisa, lucida sulla sfida che ha visto l’Inter cadere a San Siro, in casa, davanti al suo pubblico. Cadere davanti a un evidente torto, che Andrea Di Caro non vuole approfondire sulla Gazzetta dello Sport, ma cade anche davanti alla reale incapacità di reagire, costruire e far male. Cosa che invece riesce sempre bene alla squadra di Massimiliano Allegri:
“La ciliegina marcia sull’avariata torta interista in campionato è stata messa ieri sera: nona sconfitta, terza in casa, e per di più contro la Juve. Inzaghi alla vigilia aveva punzecchiato Allegri che si riteneva virtualmente secondo con 53 punti (38 punti più i 15 tolti).
Dopo la partita di ieri non ci sono più discussioni. E non perché il vantaggio virtuale della Juve passa da +3 a +6, ma perché nella classifica che legge Inzaghi seconda adesso è la Lazio con 52. L’Inter è terza. Il distacco interista dal Napoli è sempre più umiliante ( -21 punti, -18 golfatti, +15 gol subiti).
Il passaggio del turno con il Porto, tornando dopo 12 anni nei quarti di Champions, è stato sicuramente un grande merito, ma Inzaghi che a fine gara celebrava se stesso e il gruppo definendolo «fantastico» perché «aveva scritto una pagina di storia», era apparso a molti troppo enfatico, sia per la partita disputata, sia ricordando la storia dell’Inter, sia valutando l’attuale andamento in campionato”.
Inter, l’analisi della Gazzetta dello Sport inchioda Inzaghi
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Poi ancora:
“Dopo il triplice fischio di Chiffi quelle parole appaiono ancora più esagerate. La Juve ha vinto a San Siro con merito, mostrando un ottimo spirito di gruppo. Dopo il gol di Kostic (contestato dall’Inter un tocco di braccio di Rabiot nell’azione) ha avuto molte opportunità per raddoppiare.
I bianconeri forti del vantaggio hanno giocato una partita attenta, ostica, senza mai rinunciare a colpire in ripartenza.Anche l’Inter ha avuto le sue opportunità, ma le più clamorose, negli spazi lasciati, sono state quelle bianconere.
Alla Juve va dato il grande merito, dopo un momento di sbandamento successivo al -15, di aver continuato a fare punti pur non sapendo più bene per cosa lottare davvero…”.