Ivan Luraschi, tra i responsabili della curva dell’Inter ha smentito presunti affari illegali nelle raccolte di beneficienza dell’ente We Are Milano
Nella lunga intervista concessa da Ivan Luraschi a Internews08 c’è stato spazio, per uno dei volti di maggior responsabilità del nuovo corso della Curva Nord, per smentire anche le accuse fatte in merito a presunti affari illegali riconducibili all’associazione We Are Milano. Affari in cui Luraschi non è coinvolto:
L’ultimo aspetto è quello sul quale ho chiesto di valutare delle denunce. Cioè la presunta partecipazione alla gestione degli utili, dei profitti e dell’illegalità, di cui sarei stato conoscenza e con la quale veniva gestita la curva, quindi una sorta di appartenenza o partecipazione o copartecipazione attraverso l’associazione We Are Milano.
Parla di denunce, querele verso i giornalisti che hanno associato il suo nome a un’altra brutta vicenda e, intanto, spiega cosa sia accaduto con l’associazione intestata ad alcuni frequentatori della Curva Nord:
L’associazione We Are Milano era intestata ad alcuni frequentatori della curva e per opportunità veniva utilizzata per gestirne anche il materiale. A un certo punto è stata divisa in due, almeno così mi hanno detto. C’era una parte che era società e quindi gestiva la produzione di materiale e poi c’era la parte di associazione We Are Milano con la quale io ho spesso collaborato per realizzare degli eventi di beneficenza.
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Gli eventi di beneficenza non avevano altro fine. Ed è proprio per questo che Luraschi ha intenzione di procedere legalmente contro chi ha insinuato il contrario. Spiegando, inoltre, cosa sia successo con l’associazione “La Caramella Buona”, legata al mondo dell’hockey su ghiaccio:
Gli eventi di beneficenza non volevano nascondere profitti occulti, come si è voluto far passare da questi articoli, ragion per cui adirò alle vie legali, ma semplicemente erano fatti per far beneficenza. Tendenzialmente non c’erano mai raccolte di fondi, ma erano prevalentemente collette alimentari o raccolte di beni di per necessità o di indumenti, questo genere di contributi. Nello specifico mi si contesta una telefonata nella quale sto parlando con un mio amico dell’hockey su ghiaccio, quindi tutt’altra associazione.
Lui aveva un’associazione che si chiamava La Caramella Buona, che spesso viene utilizzata per fare eventi e anche raccolte di fondi, e io semplicemente gli ho detto di fare un evento. Che non significava “facciamo finta di fare un evento”, come uno ha tradotto su altri giornali, ma “facciamo figurare” nel senso che “facciamo l’evento”. Era la mia espressione “facciamo un evento, facciamo figurare un evento” al Palazzo del Ghiaccio per raccogliere dei fondi per La Caramella Buona.
Nessun evento per il riciclo di denaro. Luraschi smentisce categoricamente queste acuse e spiega anche la questione della telefonata che gli si contesta. Un malinteso che non deve, però, portare – come secondo li accaduto – a giudizi o sentenze affrettate a parte della stampa:
Siccome al Palazzo del Ghiaccio non raccogliamo mai niente, perché sappiamo che quando mettiamo i barattoli con scritto “offerta” la gente tende a non mettere dentro del denaro, io ho detto che gli avrei dato io i soldi che volevano raccogliere: 100 euro, stiamo parlando di queste cifre qua. Ho detto gli avrei messi perché me li posso permettere perché gestivo, nella tifoseria dell’hockey su ghiaccio, il flusso di cassa che si aveva a fronte anche lì delle donazioni, delle raccolte fondi, del materiale eccetera.
E quindi che gli avrei potuto dare io 100 euro. L’unica cosa è che, se avessimo raccolto dei soldi, avremmo trattenuto 45 euro per pagare uno striscione che vogliamo fare, un due aste.
Stiamo parlando di questa cosa per un’associazione che non c’entra niente con We Are Milano, che non c’entra niente con l’illegalità, il fare finte feste benefiche e robe del genere ed è stato, invece, tutto riportato come se io stessi organizzando finte beneficenze per finanziare o per raccogliere o per riciclare del denaro.
Questo è palesemente il messaggio che si evince dalla lettura di quell’articolo, poi riportato anche da altri giornali che, senza ovviamente approfondire, hanno fatto copia e incolla e adesso mi ritrovo con tre testate, che querelerò, che riportano che io, in qualche modo ero, coinvolto da queste gestioni.
Luraschi parla ancora di querele. Nessuno – afferma – può giudicarlo per i valori o affermare che sia una persona scorretta:
Ora io posso soprassedere sull’interpretazione e sul giudizio che la gente può dare di me. Accetto che la gente possa giudicarmi. Non posso accettare di essere giudicato sui valori, su quello che per 40 anni ho portato avanti, perché ho sempre creduto nella forma aggregativa, ho sempre creduto nell’importanza del tifo per la tradizione che rappresenta le squadre di calcio, per la città in cui viviamo e tutto. Essere messo in discussione come una persona scorretta o comunque disonesta veramente mi ferisce, mi fa arrabbiare e quindi, anche se non sono uno molto avvezzo a chiedere l’aiuto dei giudici o quant’altro, ovviamente agirò per quello che mi è consentito fare a livello di diritto contro queste persone, questi giornalisti.