Luca Marchetti, noto giornalista di Sky esperto di calciomercato, ha fatto il punto della situazione riguardante la trattativa tra Atalanta e Inter per Ademola Lookman. Come ormai noto, il nigeriano non si trova più a Bergamo e non ha più avuto contatti con la società orobica. Allo stesso tempo, neanche Marotta e Percassi hanno avuto modo di sentirsi per continuare la trattativa. L’obiettivo dell’Inter è quello di scoprire se davvero esiste questo muro da parte della Dea nei confronti dei club italiani o se invece è possibile trovare un punto di incontro.
Calciomercato Inter, per Lookman muro insormontabile?
“È una partita a scacchi, a poker, o un braccio di ferro: ci sono tante similitudini. Chiaro che oggi, parlando dal punto di vista delle notizie e di quello che abbiamo raccolto in queste ultime ore, fare delle proiezioni è una scommessa. Non sappiamo come andrà a finire perché sono due club importanti, perché ci sono dei comportamenti che possono lasciare spazio ad interpretazioni poi dei diversi club. Magari un club può irritarsi perché il giocatore va via, un altro invece si irrigidisce dicendo “adesso fai come dico io”.
“Questa situazione di stallo però prima o poi dovrà sbloccarsi. La nostra sensazione è che quando ci sarà il primo contatto tra le due società, una chiacchierata la dovranno fare per capire se davvero il muro dell’Atalanta è così alto oppure se, nonostante il muro dell’Atalanta sia alto, l’Inter riesce in qualche modo a scavalcarlo.”
“È chiaro che l’Inter deve alzare l’offerta: potrebbe esser d’aiuto inserire alcuni giocatori che possano interessare all’Atalanta. Quella di Pio Esposito era stata una provocazione dell’Atalanta, ma Pio Esposito non credo che abbia intenzione di lasciare la propria squadra e non credo che l’Inter abbia intenzione di sacrificarlo. L’Atalanta, a proposito di centravanti, ne sta cercando. Se ci fosse un giocatore dell’Inter da poter inserire nella trattativa, un giovane o uno della prima squadra, che può essere utile per arrivare a quella cifra lì, allora potrebbe andare in porto».



