LE PAGELLE – Bayern Monaco-Inter finisce 1-2. I nerazzurri conquistano l’Allianz Arena con una prestazione spaziale andando a vincerla nel finale da veri e propri corsari del campo. Inter muscolare e cinica, Il ritorno si giocherà a San Siro mercoledì 16 aprile con calcio d’inizio alle ore 21. Di seguito i voti dei nerazzurri.
SOMMER – 7 – Sontuoso su Guerreiro e Olise, mette sempre una pezza agli errori della difesa. Un gatto se si pensa che a dicembre compirà 37 anni. Lo svizzero è una vera e propria garanzia, assurdo pensare che in Baviera facesse da vice, anche se davanti aveva un mostro sacro come Neuer. Para una conclusione non facile di Kane allo scadere, incolpevole sul gol di Muller.
PAVARD – 6,5 – Partita solida, ha gamba e copre bene Darmian sulla destra. Mezzo voto in meno per l’erroraccio che serve Olise per poi condurre al palo di Kane. Si redime durante il resto della gara.
ACERBI – 7 – Si riconferma l’incubo dei grandi bomber. Kane è un cliente scomodo, tecnico, si abbassa molto ed è difficile da marcare. L’inglese è piazzato, e lo impegna duramente nel primo quarto d’ora di gioco. Poi, quando Acerbone si assesta, l’inglese vive una serata molto complicata. Una certezza, anche lui a 37 anni giganteggia.
BASTONI – 7+ – Il migliore per distacco del reparto difensivo, dai suoi piedi educati parte l’azione che porta al vantaggio di Lautaro. Palla al piede è impressionante, anche in progressione, l’azzurro ha ritmi altissimi e più di una volta fa impazzire gli interditori bavaresi che non riescono a contrastare le sue discese. Si perde Muller sul gol, e questa è l’unica pecca di una gara perfetta, ecco il perchè del + e non di mezzo voto.
DARMIAN – 7 – Gioca esterno a tutta fascia con clienti terrificanti come Guerreiro e Sané, li contiene bene come al solito in maniera diligente. Mette a disposizione tutta la sua esperienza e la sua grinta, ed esce stremato. Ah, anche lui va per i 36 anni – dal 79′ BISSECK – s.v. – Sostituisce uno stanchissimo Darmian e gioca 15 minuti dove non combina granché.
BARELLA – 8+ – Nettamente il migliore a centrocampo, fa impazzire Kimmich e Goretzka andando a lottare su tutti i palloni e costruendo azioni a centrocampo. Nel finale se ne esce con una “veronica” vicino all’angolo per mandare a vuoto Sané, facendogli girare la testa. Lucido oltre che grintoso, è un diesel. Nel finale fa partire l’azione che lancia Carlos Augusto per il gol di Frattesi. Tanta qualità, quantità e maturità, è un altro giocatore rispetto all’impulsivo ragazzo sardo dei primi tempi in nerazzurro.
CALHANOGLU – 7+ – Bilancino di metà campo, cresce con il continuo della gara liberandosi dalla marcatura a uomo a cui Kompany l’aveva sottoposto, intelligentemente. I palloni a centrocampo passano tutti per i suoi piedi, è l’ago della bilancia dell’Inter. Prende per mano la squadra con personalità e leadership.
MKHITARYAN – 7,5 – Utilissimo in costruzione e in difesa, è intelligente ed esperto. Impressionante la sua capacità di corsa, a 36 anni regge benissimo il confronto fisico con Goretzka e Kimmich con forza, ed esce stremato. Inzaghi gli ha donato una seconda giovinezza – dal 74′ FRATTESI – 7,5 – Sul pezzo sin da subito, ha poco tempo ma tanta voglia di riscattare gli errori contro il Milan e la prestazione fiacca contro il Parma. A partita in corso è un’arma potentissima, ha un fiuto del gol e un posizionamento da bomber di razza. Segna un gol che pesa come un macigno e che, a prescindere da come andrà il resto della stagione, rimarrà nella storia europea recente dell’Inter, come Pandev nel 2011. Decisivo.
CARLOS AUGUSTO – 8 – Un motorino. Anzi, una Harley Davidson. Contiene bene Olise insieme a Bastoni ma, a differenza di Darmian, spinge come un forsennato giocando con personalità, ed è la chiave di entrambi i gol dell’Inter. Macina un quantitativo impressionante di chilometri sulla fascia, ed è sua la bordata in mezzo che si trasforma in assist per l’1-2. La progressione all’88’ è impressionante, si fa 60 metri come un treno per poi piazzare la palla in mezzo con una potenza inaudita. Frattesi che se la ritrova quasi a sbattergli addosso. Unico “neo” di una gara perfetta, troppo poco preciso sulla conclusione all’esterno della rete a tu per tu con il portiere dei tedeschi.
LAUTARO MARTINEZ – 8,5 – Non è al meglio e si vede. Ma i grandi campioni sono quelli che lottano come dei leoni e a cui basta un pallone giusto per incidere. In campo mette tutto ciò che ha, e forse anche qualcosa in più. Il gol del vantaggio di trivela è quasi una rete da calcetto, un gesto tecnico complicatissimo, sotto l’incrocio dei pali. Grinta sudamericana quando entra in scivolata sui centrali bavaresi, dando una mano preziosissima anche in fase difensiva, da capitano vero. Generoso fino alla fine, intelligentissimo sulla sponda a Barella nell’azione dell’1-2. Esce stremato, migliore in campo – dall’89’ ZALEWSKI – s.v. – In campo solo per il recupero, prende un giallo che non merita per un fallo su Boey, non giudicabile.
THURAM – 7,5 – È cotto e si vede, ha tirato il carro per tutto l’anno, specie nell’ultimo periodo con l’assenza di Lautaro, senza avere mai riposo. Anche oggi gioca 95 minuti, a volte nell’ombra e in bombola, ma quando si accende è una potenza. Oltre alla prestanza fisica, fornisce tocchi di qualità eccelsa come l’assist per il gol di Lautaro, in cui la appoggia quasi come in un’azione da futsal. A inizio ripresa cala, dopo aver messo di nuovo il Toro davanti a Urbig. Lavora da rifinitore ma lotta come un leone.
Mister INZAGHI – 9 – Ennesimo capolavoro del tecnico piacentino, che regala ai tifosi una notte magica che ricorderanno a lungo. Partita preparata magistralmente, con pochissimo tempo a disposizione, e zittisce tutti i critici. Il vero uomo in più dell’Inter è lui, tatticamente impeccabile. L’esame ha ancora la seconda parte, ma il parziale è da 30 e lode. Ha ancora il ritorno per guadagnarsi il bacio accademico, fenomeno.