Il 20 febbraio del 2024, se ne andava uno dei terzini più forti del pianeta. Quel giorno Il mondo del calcio si è fermato all’unisono per la scomparsa di Andreas Brehme. Venuto a mancare all’età di 63 anni a causa di un arresto cardiaco. È stato un addio a un campione che ha segnato un’epoca. Lasciando un’eredità indelebile non solo per i suoi successi. Ma anche per il suo stile unico e la sua personalità.
Brehme non era solo un calciatore. Ma un’icona di classe, eleganza e pragmatismo, un terzino che sapeva fare tutto e lo faceva con una grazia rara.
Brehme, la carriera ed i successi
La sua carriera è costellata di successi, ma due momenti brillano più di tutti: lo Scudetto dei record vinto con l’Inter di Trapattoni nel 1989 e la Coppa del Mondo sollevata con la Germania nel 1990. Proprio in quell’indimenticabile finale di Italia ’90, fu lui a segnare il rigore decisivo contro l’Argentina dell’altro compianto Diego Armando Maradona; un gol che lo ha consegnato alla storia del calcio. Il tedesco era celebre per la sua capacità di calciare con entrambi i piedi, una dote che lo rendeva imprevedibile e letale sia in fase difensiva che offensiva. In quel periodo storico, erano in pochi a saper usare bene entrambi i piedi..
Il post carriera
Dopo il ritiro, ha tentato la carriera da allenatore, ma senza replicare il successo avuto da giocatore. La sua vita, negli ultimi anni, è stata segnata da difficoltà economiche ed interiori. Ma il ricordo di Andreas Brehme rimarrà per sempre legato a quella immagine di gloria e trionfo. Il terzino che, con un solo tiro dal dischetto, ha realizzato il sogno di un’intera nazione. E ha regalato una gioia immensa a tutti i tifosi dell’Inter, che lo hanno amato e che non lo dimenticheranno mai.
Inoltre, la cavalcata per la conquista del suddetto tricolore del 1988/89, in cui i nerazzurri furono capaci di conquistare ben 58 punti sui 68 disponibili (in quel periodo la vittoria valeva 2 punti nel girone da 18 squadre), lo rese partecipe di un’impresa sportiva quasi ineguagliabile al giorno d’oggi.