Luis Suárez Miramontes è un nome leggendario ma per tutti era solo Luisito. È stata l’anima della Grande Inter di Helenio Herrera. Senza il suo talento, quei trionfi non sarebbero stati possibili.
Inter, l’architetto Luisito Suarez
Suarez arrivò a Milano nel 1961 e il suo acquisto fece clamore. L’Inter lo strappò al Barcellona. La cifra pagata fu un record storico. Moratti sborsò 250 milioni di lire, Herrera lo volle a tutti i costi. Il “Mago” lo considerava indispensabile.
Il cervello della squadra
Suárez era il vero cervello della squadra. Occupava la posizione di regista arretrato.Orchestrava ogni azione,specializzato come era nel lancio lungo. Effettuava passaggi precisi di 40-50 metri e trovava i compagni lanciati a rete.
La sua tecnica era perfetta perché giocava d’ anticipo. Era un vero Architetto del football, nonché precursore del calcio moderno e un centrocampista completo. Giocava sempre a testa alta. Tutti ammiravano la sua eleganza di campione eccezionale.
Il suo talento portò l’Inter ai massimi livelli. La sua esperienza in nerazzurro fu ricca di successi memorabili. Vinse tre Scudetti consecutivi e conquistò due Coppe dei Campioni, la prima nel 1964, la seconda nel 1965. In bacheca anche due Coppe Intercontinentali.
Luisito vinse il Pallone d’Oro nel 1960, unico spagnolo ad aver ottenuto il premio. In maglia Inter, ne ha dimostrato tutto il valore. Divenne un leader carismatico. La sua influenza sul campo era totale.
Il ritiro di Luisito Suarez
Suárez giocò per nove stagioni nell’Inter, dal 1961 al 1970. Lasciò un segno indelebile nel cuore dei tifosi e, dopo il ritiro, rimase vicino al club e ricoprì ruoli come allenatore e dirigente.
La sua scomparsa, nel luglio 2023, fu un grande lutto, che fece perdere all’ inter un campione gentiluomo e un maestro del centrocampo. Luisito Suárez resterà un simbolo eterno ed una stella fissa nella storia nerazzurra.



