Tutti ne parlano, anche perché a suon di prestazioni e memorabili prime volta in campo Francesco Pio Esposito si è meritatamente preso la scena. L’attaccante classe 2005 dell’Inter e dell’Italia sta vivendo un periodo d’oro, con le prime apparizioni in nerazzurro in campionato e Champions League – anche se l’esordio ufficiale è arrivato al Mondiale per Club in estate – . Pio Esposito si è regalato anche la chiamata del ct Gennaro Gattuso indossare la nobile maglia azzurra dell’Italia. E in Estonia si è anche mangiato la ciliegina sulla torta centrando il bersaglio per il suo primo gol – e che gol – con la Nazionale. Di contro, si è creato un enorme clamore mediatico attorno al ragazzo. Di questo ne ha parlato il noto giornalista Alfredo Pedullà.
Inter, Pedullà non ci sta: “Pio Esposito? Non confondiamo il sacro con il profano”
“Mi dà un po’ fastidio questa esaltazione, anche in alcuni casi blasfema, di Pio Esposito. Non confondiamo il sacro col profano, con alcuni titoli inopportuni e che non hanno motivo di esistere, una ricerca di un solo argomento perché sono a corto di argomenti. Ma lasciamolo tranquillo, l’ha detto anche il suo agente“, il pensiero espresso dal noto giornalista, Alfredo Pedullà, attraverso il suo canale YouTube, in merito all’esaltazione di Francesco Pio Esposito, attaccante dell’Inter e della Nazionale.
“Pio è un grandissimo talento, ha bisogno di crescere come hanno fatto gli altri – ha aggiunto -. Tutta questa esaltazione ed enfasi per vendere copie in più o portare a casa qualche like. Pio ha già dimostrato il suo talento, non c’è bisogno di pomposità, di esaltazione ed esasperazione“.
“Bisogna lasciarlo in santa pace, nella vita i fatti contano più di tutto il resto. Se fa doppietta con Israele, che facciamo? 15 pagine e 18 trasmissioni? Credo che anche lui stesso non vorrà essere trattato come una mosca bianca. In un momento nel quale si vende poco, ci sono pochi argomenti, il mercato è abbastanza fermo, adesso c’è la beatificazione di Pio Esposito. Se gentilmente si potesse evitare di tramutare il sacro col profano sarebbe meglio“, ha concluso.



