Andrea Mandorlini è molto più di un ex calciatore. È un pezzo di storia dell’Inter, il difensore grintoso che ha contribuito in modo fondamentale a scrivere una delle pagine più gloriose del club: lo Scudetto dei Record del 1989. Arrivato a Milano nel 1984, Mandorlini, originario di Ravenna, si è imposto come un pilastro difensivo per sei stagioni, incarnando perfettamente la determinazione e la “garra” richieste da un ambiente esigente come quello nerazzurro.
Il libero di Trapattoni
Sotto la guida di Giovanni Trapattoni, il calciatore raggiunse il suo apice. Nella stagione 1988-1989, fu schierato nel ruolo cruciale di libero e giocò un campionato memorabile. Quell’Inter dominò la Serie A, conquistando il titolo con ben 58 punti (quando la vittoria ne valeva ancora due), un record assoluto per l’epoca. Oltre al celebre Scudetto, la sua bacheca nerazzurra si arricchì con una Supercoppa Italiana e la Coppa UEFA vinta nel 1991, nella sua ultima annata con la maglia interista. La sua permanenza a Milano , fino al 1991, è ricordata con affetto dai tifosi per la sua dedizione e il legame sincero con i colori.
La carriera da allenatore di Andrea Mandorlini
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo nel 1993, Andrea Mandorlini ha intrapreso una lunga e variegata carriera da allenatore, mantenendo la sua impronta schietta e appassionata. Le sue esperienze sono state molteplici, spaziando tra Serie B e C in Italia, dove ha guidato squadre come Verona (che ha riportato in Serie A, diventando un idolo per i tifosi gialloblù), Atalanta, Siena e Padova.
Oggi, prosegue la sua carriera internazionale. Infatti, L’ex calciatore nerazzurro è tornato in Romania per la terza volta, ricoprendo il ruolo di allenatore del CFR Cluj, club con cui ha già vinto titoli nazionali in passato e a cui è molto legato. Nonostante l’impegno all’estero, il ravennate non manca mai di esprimere il suo profondo legame con l’Inter, seguendo da lontano le vicende della squadra e commentando spesso i risultati e le scelte societarie con l’occhio critico, ma affettuoso dell’ex giocatore e tifoso. Rimane una figura carismatica, un uomo di calcio che, dalla fascia di centrocampo al cuore della difesa, ha lasciato un segno indelebile nella storia nerazzurra.



