Il futuro di San Siro
È atteso il voto del Consiglio comunale di Milano sulla delibera relativa alla vendita dello stadio San Siro a Inter e Milan, mentre fuori e dentro l’aula di Palazzo Marino cittadini e organizzazioni hanno protestato. Tema della mobilitazione è l’abbattimento dello storico Meazza per fare spazio all’operazione immobiliare deida oltre 1,2 miliardi dei fondi americani proprietri dei due club. Giovedì scorso era già cominciato il dibattito sulla delibera, ma in quell’occasione era stato fatto mancare il numero legale: un escamotage per trasformare in “seconda convocazione” la seduta di oggi, 29 settembre. Una seduta fiume, con il voto finale atteso in nottata, anche per via dei 239 emendamenti presentati. Ma l’esito, ovvero il sì alla vendita di San Siro, è scontato.
I franchi tiratori e il soccorso di Forza Italia
Si è unito invece ai 7 consiglieri della maggioranza contrari alla svendita di San Siro anche il capogruppo della Lista Beppe Sala sindaco, Marco Fumagalli, che ha spiegato come si comporterà in aula. In soccorso al sindaco Beppe Sala è infatti arrivato l’annuncio di Forza Italia, che ha deciso di astenersi. Dato che giovedì il numero di favorevoli e contrari era stato calcolato sul 24 pari, con l’assenza dei forzisti l’esito della votazione diventa appunto una formalità: salvo clamorosi colpi di scena, passerà il sì alla delibera, quindi San Siro finirà in mano a Inter e Milan
Moratti e Forza Italia sbloccano l’impasse
Alle 16.45 arriva la comunicazione decisiva da Alessandro La Sorte, coordinatore di Forza Italia: ““La delibera San Siro riguarda non solo uno stadio, ma un pezzo di storia e il futuro della città di Milano. È vero: è scritta male, presenta molte criticità e numerose lacune. E non possiamo condividerne il merito. Ma qui stiamo parlando della vendita di San Siro e della riqualificazione di una zona importante della città. E della possibilità di consentire a Milan e Inter di avere finalmente uno stadio di proprietà, come accade in tutte le grandi città europee. Noi non voteremo sì, perché questa delibera rimane piena di limiti. Ma non voteremo nemmeno contro, perché significherebbe condannare Milano e i milanesi”.



