Spunta un nuovo debito
Sulla vendita di San Siro spunta un debito di 20-25 milioni di euro di Milan e Inter nei confronti del Comune di Milano. Si tratta della manutenzione straordinaria che i club non hanno effettuato negli ultimi anni. Rossoneri e nerazzurri, ogni anno, corrispondono un canone al Comune, ma quasi il 50% possono compensarlo effettuando lavori di manutenzione straordinaria. Negli ultimi anni, anche a causa della pandemia Covid, i club non hanno completato i lavori previsti, accumulando quindi un debito che deve essere ancora quantificato con precisione.
Un problema già noto
La questione era già emersa nei giorni scorsi, ed è stata dibattuta mercoledì pomeriggio in un’animata commissione a Palazzo Marino. Gli uffici stanno completando il calcolo esatto dell’importo dovuto. La vice sindaca Anna Scavuzzo e l’assessora allo sport Martina Riva hanno garantito che i club salderanno il debito il 30 settembre, quando è prevista una riunione con loro. Anche perché, come hanno ribadito, il Comune non potrebbe stipulare una compravendita con soggetti debitori verso l’amministrazione.
La resa dei conti
il Consiglio comunale convocato oggi, giovedì 25 settembre, per la delibera di vendita dello stadio Meazza e delle aree di San Siro connesse. Durante il discorso della vice sindaca, Anna Scavuzzo, dalla tribuna e dall’aula si sono levati fischi e mormorii, diventati più insistenti quando ha ringraziato il sindaco Beppe Sala per il lavoro svolto. Intanto, si preannuncia molto diffiile il raggiungimeno del numero legale per la votazione. Primo, perché è improbabile che tutti siano davvero presenti. Secondo, perché Gianluca Comazzi (Forza Italia), essendo anche assessore regionale al Territorio, potrebbe essere considerato in conflitto d’interessi e quindi impossibilitato a prendere parte alla votazione. Sarebbe un “no” in meno. Terzo, perché la strategia del centrosinistra è chiaramente quella di rinviare a lunedì il voto, facendo cadere il numero legale giovedì su un’altra delibera in modo da andare poi in seconda convocazione, dove il numero legale è inferiore (bastano 15 presenti) e giocarsela con più “carte” in mano.