Scontro a distanza tra due personaggi chiave della storia del calcio italiano, anche se in negativo. Luciano Moggi e Franco Carraro sono stati protagonisti in questi due giorni di un botta e risposta veloce, tutto sulle colonne della Gazzetta dello Sport. Ecco com’è andata.
L’ACCUSA DI MOGGI – “Luciano Moggi è fuori dal calcio: radiazione, la sentenza. Da quel calcio che lo riporta sempre al centro del ring quando il pallone entra nell’area più avvelenata – scrive la Gazzetta. L’ex direttore sportivo della Juventus però non ci sta. “Ho pagato, sto pagando, ma non ho ammazzato nessuno e la gente lo sa. Carraro dice che tutto è nato da un suo errore politico, ho letto: nel 2004 voleva sostituire i due designatori Bergamo e Pairetto con Pierluigi Collina, loro lo hanno saputo e sono venuti quindi a cercare il mio appoggio. Una vera e propria bufala”.
LA RICOSTRUZIONE DI MOGGI – “Allora… giusto per fare ordine. Nel 2004, noi e il Milan eravamo in lotta per lo scudetto e Carraro cercava di favorire i rossoneri di cui, in passato, era stato presidente: “Mi raccomando, gli dica di non aiutare la Juventus…”, la sua telefonata a Bergamo. Il destinatario di quel “gli dica” era Rodomonti, arbitro della nostra partita a Milano contro l’Inter: ovviamente non intendeva aiutare i nerazzurri, ma il Milan in caso di un passo falso della Juve. Carraro non dice di cosa sono colpevoli i dirigenti bianconeri“.
LA RISPOSTA DI CARRARO – L’ex presidente della FIGC non si è fatto attendere, con una breve e seccata lettera di risposta pubblicata su La Rosa. “Sono passati 19 anni da Calciopoli, i lettori sono in parte cambiati e non tutti ricordano tutto. Il Gup di Napoli, la Corte di Cassazione, la Corte dei Conti, il Tar del Lazio, ultimo grado della Giustizia sportiva, hanno riconosciuto la mia innocenza, definendo il mio comportamento ‘istituzionalmente corretto’. Le sentenze definitive su Luciano Moggi sono state differenti. Con i più cari saluti“. Un riferimento chiarissimo alle condanne, sportive e penali, inflitte a Moggi. 5 anni e 4 mesi di reclusione per associazione a delinquere e frode sportiva ridotti dal ricorso in appello a 2 anni e 4 mesi. Una sentenza nuovamente modificata anni dopo, nel 2015, dalla Corte di cassazione, che annullò la condanna in secondo grado fino alla prescrizione.
Il tempo passa, ma continua il duello al veleno a distanza tra Carraro e Moggi. Anche a 19 anni di distanza.