La genesi dell’evoluzione dei moduli di gioco è sorprendente, da non crederci se si rapportano ai tempi moderni. Ma andiamo fino in fondo e scopriamo il perchè si è passati dal caos alla super-organizzazione dei nostri giorni. Le regole del calcio, il numero di giocatori e le formazioni sono cambiati radicalmente nel tempo, plasmando il gioco e rendendolo uno degli sport più amati e popolari al mondo. L’Inter, fondata nel 1908, ha vissuto in prima persona questo cambiamento, adattandosi e contribuendo a scrivere capitoli importanti della storia del calcio.
Le regole e il numero dei giocatori
Nei suoi primi anni, il calcio era un gioco molto diverso. L’idea di un regolamento comune era ancora agli albori. Ad esempio, la regola del fuorigioco, oggi così complessa, nacque in una forma molto più semplice, richiedendo ben tre giocatori tra l’attaccante e la porta avversaria per essere in posizione regolare. Inizialmente non esistevano neanche il calcio di rigore, il fallo laterale, o il concetto di un portiere con poteri speciali, che divenne una figura distinta solo in seguito. Il gioco era più fisico e diretto, e i ruoli in campo erano meno definiti. Nonostante queste differenze, il numero di giocatori in campo per squadra è rimasto una costante: il calcio è sempre stato uno sport da 11 contro 11.
Le prime formazioni e l’Inter
Le prime formazioni erano il riflesso di un gioco meno tattico. Era comune schierare squadre con il “metodo piramide” (se fosse applicato oggi, si finirebbe in cura, scherzosamente parlando), ovvero il 2-3-5, che prevedeva solo due difensori, tre centrocampisti e ben cinque attaccanti, tutto il contrario dell’attuale modulo nerazzurro. Questo schema sottolineava l’importanza dell’attacco e della corsa, piuttosto che del controllo del gioco o della difesa.
La nascita della Beneamata, con la sua ideologia cosmopolita, si sposò perfettamente con l’evoluzione del pallone. Il club fu fondato con l’idea di essere “internazionale“, aperto a giocatori di ogni nazionalità, a differenza del preesistente Milan, che all’epoca era riservato solo agli italiani. Questa filosofia si riflesse subito nella composizione delle prime squadre nerazzurre, come quella che vinse il primo Scudetto nel 1910, che annoverava tra le sue fila svizzeri, inglesi e austriaci. La presenza di talenti stranieri diede all’Inter un vantaggio tattico e tecnico, permettendole di interpretare in modo unico le prime, rudimentali strategie del calcio.
Con il passare del tempo, formazioni più equilibrate come il 4-3-3 e il 4-4-2 soppiantarono il 2-3-5, ma lo spirito di innovazione e apertura della Grande Inter, è rimasto un tratto distintivo, riflettendo la sua storia di squadra pionieristica e sempre al passo con i tempi.



