Nel corso di una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Beppe Bergomi ha ripercorso la sua carriera tra Inter e Nazionale. In particolare lo “zio” ha raccontato l’esperienza con la maggior parte degli allenatori nerazzurri per i quali ha giocato nel corso della sua straordinaria carriera. Ecco le parole di Bergomi in merito ai mister.
Inter, Beppe Bergomi ricorda i mister
“Radice è l’unico per cui ho pianto quando scoprii che sarebbe andato via, perché Pellegrini arrivava con Castagner: ero in Nazionale, Collovati mi guardava stupito, ma Gigi era un uomo eccezionale. Con Trap i cinque anni più belli all’Inter. Grande motivatore. Arriva e mi fa: “Beppe, ora basta andare con il culo per terra”, all’epoca si facevano tante scivolate. Al terzo anno comincia male, eliminati in Coppa Italia dalla Fiorentina e la Gazzetta chiede la sua testa. Io, Ferri, Zenga, Mandorlini e Baresi andiamo in camera: “Mister, siamo con lei”. Scatta qualcosa, è l’anno dei record.
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Mi voleva alla Juve. Avevo vent’anni, prima di un Juve-Inter entro a riscaldarmi, mi incrocia e fa: “Verresti alla Juve?”. E io: “Veramente sto bene all’Inter…”. Lui: “Fai bene, Beppe”. Aveva capito. Con Orrico eravamo pronti ad accettare il cambiamento: non riuscimmo. Bagnoli faceva il calcio di oggi nel ’92, difesa a tre pura, chiedeva agli esterni di stare alti, noi non capivamo il perché. Ogni tanto si lamentava in milanese: “Le mie squadre giocano sempre benissimo, perché qui non riesco?”. Mi volevano Roma e Lazio: “Ma ti dove voeuri andà?”. Simoni arrivò che avevo 35 anni, indicò il campo e disse: “Siete tutti uguali. Chi merita gioca”. Riconquistai la Nazionale, gli sarò sempre grato, è nel mio cuore.”
 
									 
					


