L’Inter e l’origine del debito. Una storia d’ambizione e sfide finanziarie, dalla gloria del triplete alle cifre che hanno generato l’enormi perdite. L’Inter è uno dei club più blasonati del Mondo, ma si trova da anni a fare i conti con un debito significativo, con una situazione finanziaria complessa, che affonda le sue radici in scelte gestionali passate e in un’evoluzione del calcio moderno sempre più dispendiosa.
Il punto di svolta, o meglio il momento in cui si sono create le premesse per l’attuale situazione, che dovrebbe chiudere l’esercizio del 2025 con 700 milioni di euro di debiti, può essere individuato nel periodo del triplete (2009/2010), un era di trionfi sul campo ma non nei bilanci; infatti ha richiesto maggiori investimenti.
Quella squadra di Mourinho, per quanto vincente era composta da giocatori dai contratti onerosi ed elevati. A tutto ciò si aggiunse un mercato aggressivo, volto a tenere il club al vertice, che non sempre è stato bilanciato da adeguate cessioni.
L’Inter e la fine dell’era Moratti
La fine dell’era dei Moratti (secondo alcune stime avrebbe creato un miliardo di perdite) ha segnato il passaggio ad una gestione più internazionale. Il primo tentativo di risanamento si è avuto nel 2013 con l’arrivo di Erick Thohir, il quale pur riducendo i costi non è riuscito ad invertire la rotta.
Il vero cambio di paradigma è avvenuto con l’acquisizione da parte di Suning Holdings Group nel 2016. L’obiettivo era ambizioso: riportare L’Inter nelle Élite del calcio Europeo. Per farlo, il gruppo cinese ha sostenuto il club con massicci investimenti, spesso tramite prestiti e finanziamenti.
Questa politica, se da un lato ha permesso di costruire una compagine molto competitiva che ha vinto lo scudetto nel 2021 e nel 2023, dall’altro ha gonfiato ulteriormente la posizione debitoria, specialmente nei confronti delle banche. Il debito attuale, detenuto in gran parte dalla Holding Oaktree Capital, è l’eredità di questa strategia.
L’attuale proprietà
La società ha conttatto prestiti per far fronte a costi operativi elevati, investimenti nel calcio mercato e di recente per gestire ed attutire l’impatto economico della Pandemia.
L’attuale proprietà si trova a dover bilanciare la competitività in campo con un rigido piano di un rientro finanziario. In sintesi il debito non è solo frutto di un singolo errore, ma il risultato di un percorso poco sostenibile; è proprio per queste criticità, che Marotta ed Ausilio non riescono ancora a portare a casa i grandi colpi come l’arrivo di Lookman e tutti gli altri nomi fatti fino ad oggi per rinforzare la rosa di Chivu.