Mkhitaryan, da Roma a Milano l’armeno sfreccia veloce come un treno. Nel Mondo del calcio, il trasferimento di un giocatore è spesso una scelta professionale, una ricerca di nuove sfide ed opportunità. Ma per Henrikh Mkhitaryan, centrocampista dell’Inter, il suo percorso ha avuto radici ben più profonde, segnate dal dramma e la necessità di lasciare la propria terra.
La sua storia non è quella di calciatore di successo, ma quella di un uomo costretto a lasciare il suo paese, l’Armenia, a causa del conflitto col l’Azerbaijan.
La sua infanzia
L’infanzia di Mkhitaryan è stata segnata dalla guerra del Nagorno-Karabakh, che ha costretto la sua famiglia a fuggire da Erevan quando lui era solo un bambino. Egli ha raccontato in diverse occasioni di come il rumore degli spari e le sirene, fossero parte della sua quotidianità, e di come la paura e l’incertezza avessero pervaso i suoi primi anni di vita.
La sua famiglia ha trovato rifugio in Francia, dove il padre, anche lui calciatore, ha continuato la sua carriera, ma la lontananza dalla propria terra, è sempre stata una ferita aperta. Dopo la prematura scomparsa a causa di un male incurabile, Mkhitaryan ha deciso di tornare in Armenia per onorare la sua memoria e per seguire il sogno di diventare calciatore professionista.
Il talento di Mkhitaryan
Il suo talento lo ha portato a scalare i gradini del calcio europeo, dal Pjunik allo Shakhtar Donetsk, dal Borussia Dortmund al Manchester UTD, fino ad approdare in Italia, prima alla Roma e dopo all’Inter. La sua storia, pertanto, è un inno alla resilienza ed al coraggio. Nonostante le difficoltà ed il dolore per la sua terra dilaniata, Mkhitaryan è riuscito a costruirsi una carriera straordinaria, diventando un punto di riferimento non solo solo per il popolo Armeno, ma per l’intero movimento del pallone.
Il suo percorso ci ricorda che il calcio può essere un potente veicolo per superare confini e barriere, che alcune volte, per poter volare in alto, bisogna avere il coraggio di lasciare il nido.