Da bomber implacabile a commissario tecnico instancabile. Jurgen Klinsmann è una figura poliedrica ed eclettica del calcio. Noto sia per la sua prolificità come attaccante che per la sua carriera da allenatore.
Nato in Germania, ha incarnato l’archetipo dei primi bomber moderni. Aveva un’innata capacità di segnare abbinata ad un’ etica del lavoro fuori dal comune.
La carriera
La sua carriera da calciatore è stata un susseguirsi di successi e tappe prestigiose. Dopo essersi affermato in patria con lo Stoccarda, è passato all’Inter, dove ha formato un trio indimenticabile con i connazionali Lothar Matthaus e Andreas Brehme, vincendo una Coppa Uefa e uno scudetto.
Successivamente ha vestito maglie storiche come quelle del Monaco, del Tottenham (dove fu eletto anche giocatore dell’anno) e del Bayern di Monaco, prima di chiudere la sua straordinaria carriera nel 1998.
Con la nazionale tedesca ha trionfato nel Mondiale del 1990 e nell’Europeo del 1996. Consolidando il suo status di campione leggendario.
Jurgen Klinsmann, la seconda vita da allenatore
Dopo il ritiro, Jurgen è diventato allenatore, portando le sue idee progressiste in diverse panchine da lui seguite. Ha guidato anche la sua Germania al 3zo posto del Mondiale 2006, un risultato che ha entusiasmato tutto il paese nonostante la bruciante sconfitta in semifinale contro gli azzurri di Claudio Lippi, che infransero i cuori dei tifosi tedeschi.
In seguito si è seduto sulla panchina del Bayern di Monaco e degli Stati Uniti, con cui ha vinto la Gold Cup del 2013, per poi passare in Corea del Sud.
La sus brillante figura rimane un punto di riferimento per la sua determinazione, il suo spirito d’adattamento ed il suo approccio innovativo al gioco, che hanno segnato, profondamente, il calcio dei giorni nostri.
La parentesi di Milano è legata agli anni migliori di Giovanni Trapattoni sulla panchina nerazzurra. Nel 1989/90, fece record da guinness dei primati. I tifosi di allora ancora ricordano con piacere ed ammirazione l’Inter che fu, in lotta perenne con il Napoli di Maradona.



