Altobelli è forse l’ultimo attaccante dei nerazzurri che hanno segnato il passaggio dal calcio fatto di strette di mano a quello moderno, dove tutto passa tra i procuratori, che dettano legge sul gioco più popolare del Mondo e forse anche più bello. Popolare perchè nel globo si stimano oltre 4 miliardi di appassionati che lo seguono e praticano; bello forse no, perchè ci sono sempre le variabili negative come il calcio scommesse, i tifosi violenti e il mancato senso della sportività, che dovrebbe esserci tra i tifosi e le società, le quali, non tutte ovviamente, pur di ottenere il loro scopo, aggirerebbero ogni regola di umana decenza e civiltà. Ma questo è un altro discorso che andrebbe approfondito in separata sede.
Spillo Altobelli
Tornando ad Alessandro Altobelli, l’indimenticato attaccante degli anni 70/80 nerazzurri, è stato senza dubbio un personaggio che ha unito gli italiani sia sul campo che fuori. Oltre ad aver trascinato la sua squadra in imprese epiche, ha lasciato il segno nella finale dei Mondiali del 1982, quando siglò la terza rete, che sanci la fine delle ostilità e la resa incondizionata dei tedeschi.
Una cosa oggi impensabile, vista la metamorfosi del movimento calcio Italia, che ha deciso di autopunirsi premiando sempre meno chi merita e mandando avanti i meno preparati in ogni ambito. Non è una polemica, ma un dato di fatto.
Altobelli è sempre stato un attaccante rapido, con il fiuto del gol, come un falco predatore. Pensate che venne acquistato per una cifra che oscillava tra i 600 ed i 650 milioni di lire, come dire un’era geologica fa. Oggi con quella cifra puoi comprarti un respiro di CR7, per essere sarcastici.
In carriera ha segnato 267 reti in 645 presenze. Di cui 36 gol nella sua amata Brescia, dove si è distinto per le sue qualità umane, politiche ed imprenditoriali. Senza dimenticare il suo impegno nelle varie trasmissioni, dove è stato ospite e commentatore fisso.
Classe 1955
Sonnino è la città in cui e nato e cresciuto prima di prendere il volo, passando per Latina, verso una carriera unica ed irripetibile. Se lasciò l’Inter nel 1988, per delle incomprensioni con il tecnico di allora, di cui per rispetto non faccio nome (perchè anch’egli ha dato molto alla causa nerazzurra), Spillo non è mai stato lasciato dai tifosi. Ancora oggi lo portano nei propri ricordi e cuori.
Ecco e proprio partendo dalla serietà, dalla capacità e dalle conoscenze del calcio italiano da parte di Alessandro Altobelli. Un nterista autentico, che la Federazione potrebbe ritrovare lo smalto dei giorni migliori.