San Siro: il TAR apre la strada alla vendita a Milan e Inter
Il TAR della Lombardia ha respinto il ricorso del comitato “Sì Meazza” contro il vincolo sul secondo anello dello stadio San Siro, segnando un passo decisivo per la cessione dell’impianto a Milan e Inter. La decisione, annunciata il 16 luglio 2025, conferma il 10 novembre 1955 come data di riferimento per il vincolo culturale, che scatterà fra pochi mesi. I giudici hanno ritenuto “non implausibile” il parere della Soprintendenza, sbloccando così l’iter di vendita. I club milanesi, che puntano a concludere l’acquisto entro luglio, possono ora proseguire con il progetto di un nuovo stadio accanto al Meazza. Il comitato “Sì Meazza” aveva sostenuto che il vincolo fosse già attivo, citando prove storiche del 1954, ma il TAR non ha accolto la richiesta di sospensiva.
Un nuovo impianto moderno
Il progetto di Milan e Inter prevede la costruzione di un impianto moderno e sostenibile, con un investimento di 1,2 miliardi di euro. I lavori inizieranno nella seconda metà del 2025, con l’obiettivo di completare il nuovo stadio entro il 2031. Il Meazza, invece, subirà una rifunzionalizzazione parziale, mantenendo parte del secondo anello per preservarne l’iconicità. Questo piano risponde alle esigenze di innovazione e sicurezza, come sottolineato dal presidente del Milan, Paolo Scaroni. Il Comune di Milano, guidato dal sindaco Sala, punta a finalizzare la vendita entro l’estate, evitando complicazioni legate al vincolo. Nessuna offerta alternativa è pervenuta al bando pubblico, rafforzando la posizione dei due club. La città attende un progetto che rigeneri l’area, con benefici per tifosi e cittadini.
Un tema complesso
La vicenda San Siro riflette il bilanciamento tra tradizione e modernità. I comitati di quartiere, opponendosi alla vendita, hanno cercato di tutelare il valore storico dello stadio. Tuttavia, la decisione del TAR spiana la strada a un futuro che coniuga innovazione e rispetto per l’eredità del Meazza. Milan e Inter, con il sostegno del Comune, mirano a creare un impianto all’avanguardia, capace di competere con gli stadi europei. La rigenerazione urbana promessa dal progetto potrebbe trasformare l’area di San Siro, ma richiede dialogo con i cittadini. Il percorso è ancora lungo: la demolizione parziale del Meazza non avverrà prima del 2030, garantendo continuità fino alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. La sfida sarà mantenere viva l’anima di San Siro
, simbolo del calcio mondiale.